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Lavorare ascoltando musica: giusto o sbagliato?

come aumentare la produttività ascoltando la musica in ufficio

Lavorare ascoltando musica: giusto o sbagliato?

Lavorare ascoltando musica è ormai un’azione molto comune per chiunque, sia che stia lavorando o studiando. La musica ha un potere enorme sulle persone, perché, quando ascolta musica, il cervello riesce a concentrarsi e lavorare meglio e rilascia nel corpo la dopamina, sostanza che permette di rilassarsi ancora di più.

La musica influisce molto anche sul nostro stato d’animo e di conseguenza ci aiuta ad affrontare le difficoltà di ogni giorno.

Ma ascoltare musica sul posto di lavoro ci aiuta davvero o ci ostacola?

Musica e lavoro sono due termini che non tutti possono accettare insieme, ad esempio alcuni datori di lavoro reputano una distrazione l’ascolto di musica o temono che possa dare l’impressione ai clienti che i collaboratori non si stiano impegnando nella propria attività, invece molti studi, come una ricerca del Mindlab International, hanno dimostrato che lavorare ascoltando musica aiuti molto nello svolgimento delle attività. Questo perché lavorare con la musica in sottofondo incrementa la produttività, il grado di attenzione, diminuisce lo stress e genera benessere generale.

Nel momento in cui si parla di lavoro e musica abbiamo un effetto positivo molto importante, come la stimolazione neuronale. Quest’ultima è provocata da vibrazioni musicali, che aumentando l’elasticità mentale, permettono di aumentare la creatività. In questo modo si riescono a trovare nuove soluzioni ai problemi, nuove idee che senza l’introduzione della musica non si sarebbero sviluppate.

Lavorare con la musica in sottofondo riesce a migliorare anche l’ambiente di lavoro, migliorando la motivazione nello svolgere un determinato compito e renderlo addirittura piacevole.

Vantaggi di lavorare ascoltando musica

Parlando di vantaggi nell’ascoltare la musica per concentrarsi e lavorare meglio troviamo:

  • Musica e lavoro è un binomio perfetto per favorire creatività ed equilibrio emotivo,
  • Migliora la comunicazione e le relazioni interpersonali nei luoghi di lavoro.
  • Lavorare ascoltando musica fa calmare e rilassare e permette di svolgere i compiti assegnati con un maggiore senso di leggerezza.
  • Scegliere il genere giusto e il ritmo giusto è fondamentale per alleviare lo stress durante il lavoro.
  • La musica per lavorare e concentrarsi migliora il multitasking: la musica con il giusto ritmo e con un testo legato concettualmente al lavoro da svolgere, stimola l’esecuzione dei compiti.
  • Aiuta nella concentrazione ascoltare un suono familiare, che non ha bisogno di molta attenzione e quindi di conseguenza porta l’individuo ad essere maggiormente attento sul lavoro da svolgere.
Come scegliere la musica da ascoltare per lavorare e concentrarsi?

Per concentrarsi al meglio la soluzione ottimale è quella di lavorare con la musica in sottofondo già conosciuta perché essendo familiare aiuta a non distrarsi prestando attenzione alle strofe.

Alcuni esempi di musica per lavorare e concentrarsi sono:

  • la classica: è ideale per chi svolge un lavoro creativo, favorendo l’immaginazione e diminuisce l’ansia.
  • L’elettronica: ideale per quelle attività ripetitive o dove è richiesta molta concentrazione, come contabilità.
  • La musica jazz, indie rock, hip-hop, blues: per chi svolge un lavoro di precisione, i programmatori, aumentando l’attenzione.
  • I suoni della natura: perfetti per qualsiasi lavoro e momento, rilassano e generano pensieri e sentimenti positivi e aumentano la produttività e l’impegno.

Ascoltare musica sul posto di lavoro può rendere l’atmosfera molto più piacevole date le diverse ore da trascorre in ufficio.

Anche tu ascolti musica mentre lavori?

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L’importanza della sostenibilità aziendale

come raggiungere la sostenibilità in azienda

L’importanza della sostenibilità aziendale

La sostenibilità aziendale è l’adozione di pratiche “green” in azienda, una serie di azioni organizzative e gestionali che riducono l’impatto delle attività all’interno delle imprese sull’ecosistema. Tutto questo viene integrato alla strategia aziendale, introducendo la sostenibilità nelle aziende.

Un’azienda è definita azienda ecosostenibile nel momento in cui mette al centro le azioni, i comportamenti e le scelte di sviluppo che non si focalizzano solo sul breve termine ma soprattutto sul lungo termine. Quindi, la sostenibilità aziendale è proprio quella visione di sviluppo delle azioni verso il futuro.

I tre aspetti importanti per rendere un’azienda sostenibile

Le aziende ecosostenibili sono quelle che riescono a integrare nel proprio modello di business tre aspetti importanti:

  • Sostenibilità ambientale: significa la tutela dell’ambiente. Per essere un’azienda sostenibile bisogna ridurre l’impatto ambientale nelle fasi produttive ed essere attenti al consumo delle risorse naturali.
  • Sostenibilità sociale: la sostenibilità è anche delle persone e della società. La sostenibilità aziendale viene realizzata garantendo giustizia e uguaglianza del trattamento dei dipendenti e gestendo ogni forma di discriminazione. La sostenibilità in azienda si traduce con la creazione di condizioni di sicurezza sul posto di lavoro e senso di appartenenza.
  • Sostenibilità economica: l’azienda ecosostenibile riesce a creare valore attraverso la produzione di oggetti o servizi che permettono il miglioramento della vita delle persone.
Linee guide da rispettare per le aziende impegnate per l’ambiente

Ogni azienda per poter essere definita come azienda sostenibile deve seguire delle linee guida che permettono di raggiungere la sostenibilità in azienda.

  • Produzione di energia da fonti alternative
  • Recupero di scarti e prodotti
  • Ottimizzazione della logistica
  • Innovazione di prodotto
  • Efficienza nei processi produttivi e/o nelle strutture di staff
  • Rispettare le leggi di sostenibilità mondiali e nazionali
  • Intervento nei processi produttivi per renderli più sostenibili
  • Tutelare i lavoratori e i dipendenti
  • Valutare l’impatto dell’azienda sulla comunità in cui si inserisce
Aziende e sostenibilità: il ruolo delle imprese

La sostenibilità aziendale si raggiunge se si è in grado di intervenire su due aspetti importanti per la sostenibilità, ossia:

  • Prodotti: ci si rivolge soprattutto all’esterno e riguarda la definizione di prodotti sostenibili, in cui la sostenibilità viene vista come un catalizzatore per la crescita e l’innovazione dell’azienda sostenibile. Si lavora anche sul posizionamento strategico dove la sostenibilità rappresenta un elemento fondamentale per la crescita aziendale.
  • Processi: si rivolge verso l’interno e permette di ridefinire i processi per la sostenibilità in azienda, definendo una maggiore eco-efficienza.
Vantaggi e svantaggi della sostenibilità aziendale

Le aziende impegnate per l’ambiente ottengono molti benefici, vantaggi come anche degli svantaggi, da non sottovalutare.

I benefici e i vantaggi di un’azienda ecosostenibile sono:

  • Miglioramento del clima organizzativo e dei processi interni
  • Posizionamento strategico
  • Opportunità di business
  • Impatto sulla cultura interna
  • Competitività sul mercato
  • Sviluppo di prodotti e processi innovativi
  • Riduzione dei costi
  • Miglioramento dell’immagine

Gli svantaggi, invece, di avere la sostenibilità nelle aziende sono:

  • Complessità della reportistica
  • Flussi documentali
  • Aggravi organizzativi
  • Incrementi costi

Come possiamo notare i benefici di essere un’azienda sostenibile sono talmente tanti che riescono a rendere meno gravi i lati negativi, di fatti sono pochi.

Concludendo, introducendo la sostenibilità nelle aziende si riesce a impattare meno sull’ambiente e aiutare il clima.

La tua azienda si può definire come un’azienda ecosostenibile?

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Digitalizzazione aziendale: quando la tecnologia incontra il mondo del lavoro

come cambia il modo di lavorare quando si utilizza la tecnologia

Digitalizzazione aziendale: quando la tecnologia incontra il mondo del lavoro

La digitalizzazione aziendale è la sfida che le aziende devono affrontare per rimanere competitive all’interno di un mercato in costante evoluzione. È quel processo di trasformazione che coinvolge tutte le aree di un’impresa dopo un’attenta pianificazione a livello strategico, in modo da implementare gli strumenti e le tecnologie digitali per rendere sempre più efficienti i flussi di lavoro.

La digital trasformation in azienda permette di sfruttare le opportunità che vengono offerte dalle nuove tecnologie per automatizzare le attività e rendere i processi aziendali più fluidi e veloci, un questo modo di ottimizzerà anche il business aziendale.

La digitalizzazione aziendale è una trasformazione globale che:

  • Automatizza l’intera gestione
  • Crea nuovi canali di condivisione e vendita
  • Raccoglie, elabora e sincronizza dati per la gestione dei cicli produttivi, della movimentazione e distribuzione delle merci.
Cosa si intende per digitalizzazione?

La digitalizzazione vuol dire semplificazione e risparmiare grazie all’utilizzo della tecnologia. Quindi, nella digitalizzazione aziendale si abbandonano tutti gli strumenti tradizionali per alleggerire i flussi di lavoro e accelerare le attività e le procedure legate al marketing, alle vendite, al customer care e ad ogni parte dell’azienda.

La digitalizzazione del lavoro porta con sé nuove modalità di partecipazione a spazi di lavoro, non più limitati a un particolare contesto, ma che sono condivisibili anche a distanza, riunioni in videoconferenza o assistenza ai clienti via chatbot.

Tecnologia e lavoro: la trasformazione digitale nel mondo HR

La digital trasformation realizza anche dei cambiamenti al mondo del lavoro, come quello del mondo HR. Infatti, per integrare tecnologia e lavoro si necessita di una riprogettazione dell’organizzazione e dei processi, nuove pratiche e modelli culturali e leadership distribuita, e cambia anche il modo di fare recruiting, grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie.

I digital HR manager prendono sempre più coscienza dell’utilizzo di strumenti tecnologici per sfruttarli al meglio per il proprio servizio, governandoli strategicamente. Possiamo parlare di una digitalizzazione aziendale innovativa, che ottimizza i tempi e le procedure per potenziarsi di conseguenza.

Step per integrare efficacemente la digitalizzazione in azienda

Quando si parla di digital trasformation in azienda bisogna rivedere tutta la strategia aziendale e i vari processi produttivi. Come primo passo per la digitalizzazione delle aziende è importante effettuare una riorganizzazione interna con l’introduzione di professionisti in campo digitale. Il tutto gestito da una figura competente che gestisca l’intero processo.

Come secondo step per facilitare la digitalizzazione del lavoro troviamo l’introduzione di tecnologie che rendono tutti i processi più fluidi, efficienti e veloci. Ad esempio, la PEC (posta elettronica certificata).

Vantaggi della digitalizzazione delle aziende

Per quanto riguarda i vantaggi della digitalizzazione troviamo:

  • Risparmio di spazio, tempo e risorse: tutto questo eseguito tramite il cloud, riducendo l’utilizzo della carta che si traduce in un risparmio economico, riduzione di spazio e riduzione dell’inquinamento ambientale.
  • Sicurezza: la digital trasformation permette l’introduzione di nuove tecnologie per l’archiviazione dei dati in sicurezza grazie al backup in cloud.
  • Comunicazione più efficace: la digitalizzazione aziendale semplifica i passaggi di informazioni tra i membri del team, comunicando i valori aziendali tramite i diversi mezzi con l’obiettivo di aumentare la visibilità dei prodotti e servizi offerti.

Il digitale ormai è una realtà, un elemento che ormai ogni azienda sfrutta a proprio vantaggio e ottiene risultati positivi nel mercato di riferimento e anche internamente.

Il team P&S People Solutions offre delle soluzioni anche in ambito digitale, soluzioni su misura per ogni esigenza, come la Business Intelligence o gli Applicativi Zucchetti. Non esitare a contattarci e riceverai tutte le informazioni di cui hai bisogno.

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Rientro dopo malattia Covid-19: le 5 situazioni più comuni

Rientro dopo malattia Covid-19: le 5 situazioni più comuni

Rientro post malattia Covid: 5 casi tipo e gli step utili per il rientro in ufficio.

Il Ministero della Salute ha fornito indicazioni inerenti il rientro in servizio dei dipendenti che si sono assentati per malattia Covid correlata.

Qui di seguito abbiamo riassunto le cinque circostanze possibili e i consigli su come comportarsi:

    • lavoratori con sintomi gravi e ricovero: per il rientro sul luogo di lavoro è necessaria la certificazione di negativizzazione e una visita medica prima del rientro in ufficio per verificare l’idoneità di salute.
    • lavoratori positivi sintomatici : possono rientrare solo dopo 10 giorni di isolamento fiduciario di cui tre senza nessun sintomo e fornendo il tampone Covid-19 con esito negativo.
    • lavoratori positivi asintomatici: come nel caso precedente, devono effettuare 10 giorni di isolamento e fornire un tampone negativo.


Si badi bene che per lavoratori positivi sintomatici e asintomatici vi è una particolarità: coloro che si sono negativizzati ma che convivono con positivi, non hanno obbligo di quarantena e possono rientrare al lavoro con i documenti sopra citati.

  • lavoratori positivi a lungo termine : se per una settimana non presentano sintomi, dopo aver fatto 21 giorni di isolamento, devono comunque aspettare di risultare negativi al tampone. Se il lavoratore è impossibilitato ad effettuare lavoro agile riceverà la copertura e il prolungamento della malattia.
  • lavoratori a contatto stretto con persone asintomatiche : dopo l’ultimo contatto con la persona positiva il lavoratore deve stare in isolamento fiduciario 10 giorni e risultare negativo al tampone per poter rientrare.

Per essere davvero aggiornati e per conoscere tutti i dettagli ti consigliamo di scaricare il testo integrale della circolare sulla riammissione in servizio post Covid-19.

Se desideri un chiarimento in merito rivolgiti pure ai nostri consulenti del lavoro.

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CCNL Industrie Alimentari

CCNL Industrie Alimentari

Contratto Collettivo Nazionale per i dipendenti delle industrie alimentari – accordo di rinnovo

Il 31 Luglio 2020 è stato siglato da ANCIT, ASSOBIRRA, UNIONE ITALIANA FOOD, FAI – CISL, FLAI – CGIL, UILA – UIL l’accordo per il rinnovo del CCNL del 5 febbraio del 2016 per tutti quei dipendenti dalle aziende gerenti le industrie alimentari, il quale è scaduto in data 30 novembre 2019.

Tale accordo, sottoscritto il 31 luglio 2020, è stato integrato con un nuovo verbale, il quale è stato siglato in data 25 gennaio 2021 da ANICAV, ASSICA, ASSITOL, ASSOBIBE, ASSOLATTE, FEDERVINI, MINERACQUA e UNAITALIA.

All’interno di tale circolare verranno presi in considerazione gli argomenti elencati di seguito:

  • Decorrenza e durata;
  • Trattamento economico complessivo e trattamento economico minimo (TEM);
  • Trattamento economico per mancata contrattazione di secondo livello e premi per obiettivi;
  • Incremento aggiuntivo della retribuzione (IAR);
  • Diritto alle prestazioni bilaterali;
  • Copertura assicurativa rischio vita;
  • Assistenza Sanitaria integrativa e fondo di maternità e paternità;
  • Viaggiatori e piazzisti – rischio macchina, malattia e infortunio;
  • Contributo bilateralità del settore;
  • Esenzione dal lavoro notturno delle Lavoratrici madri e dei lavoratori padri monoaffidatari;
  • Lavoro a tempo parziale,
  • Congedi particolari e cessione solidale dei ROL e delle ferie.

Il seguente verbale di accordo ha durata dal 1° dicembre 2019 fino al 30 novembre 2023, per entrambe le parti sia economica sia normativa.

Scarica la circolare che i nostri Consulenti del lavoro payroll hanno redatto appositamente.

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Vaccinazione nei luoghi di lavoro

Vaccinazione nei luoghi di lavoro

Protocollo per la vaccinazione anti SARS-Cov-2/Covid-19 nei luoghi di lavoro

In data 6 aprile 2021, il Ministero del Lavoro ha sottoscritto, unitamente alle Parti sociali (associazioni datoriali e sindacali), il Protocollo nazionale per la realizzazione dei piani aziendali finalizzati all’attivazione di punti straordinari di vaccinazione anti SARS-Cov-2/Covid-19 nei luoghi di lavoro.

Il protocollo in parola è finalizzato al supporto del Sistema Sanitario Nazionale nella campagna vaccinale nazionale mediante la costituzione, l’allestimento e la gestione di punti vaccinali anti Covid, aggiuntivi a quelli del SSN, straordinari e temporanei nei luoghi di lavoro.

A tal fine, il Ministero del lavoro, unitamente al ministero della Salute d’intesa con la Conferenza delle Regioni e delle Prov. Autonome, il Commissario straordinario per il contrasto all’emergenza e il contributo tecnico dell’INAIL hanno adottato uno specifico documento “Indicazioni ad interim per la vaccinazione anti-Covid nei luoghi di lavoro”, che dovrà essere applicato unitamente al protocollo in parola.

Le indicazioni ad interim sono state rilasciate in data 8 aprile 2021.

Requisiti preliminari dell’azienda

Le aziende interessate alla realizzazione dei piani vaccinali in commento devono possedere i seguenti requisiti:

  • popolazione lavorativa sufficientemente numerosa. Per favorire anche i datori di lavoro con pochi dipendenti o altre forme di attività, sono possibili modalità organizzative anche promosse da Associazioni di categoria, o nell’ambito della bilateralità, destinate a coinvolgere lavoratrici e lavoratori di più imprese;
  • sede nel territorio dell’Azienda Sanitaria che fornisce i vaccini. Resta inteso che la lavoratrice/il lavoratore può aderire alla vaccinazione indipendentemente dalla propria residenza, che può essere anche fuori Regione, così come può decidere di essere vaccinato nei punti vaccinali delle Aziende Sanitarie;
  • struttura organizzativa e risorse strumentali e di personale adeguate al volume di attività previsto, in grado di garantire il regolare svolgimento dell’attività ed evitare gli assembramenti;
  • dotazione informatica idonea a garantire la corretta e tempestiva registrazione delle vaccinazioni;
  • ambienti idonei per l’attività, commisurati al volume di vaccinazioni da eseguire, sia per le fasi preparatorie (accettazione), sia per la vera e propria seduta vaccinale (ambulatorio/infermeria), sia per le fasi successive (osservazione post-vaccinazione).
Procedura per la costituzione dei punti vaccinali

I datori di lavoro, singolarmente o in forma aggregata, con il supporto o il coordinamento delle Associazioni di categoria di riferimento, possono manifestare la disponibilità ad attuare piani aziendali per la predisposizione di punti straordinari di vaccinazione anti Covid-19 nei luoghi di lavoro destinati alla somministrazione del vaccino ai lavoratori (indipendentemente dalla tipologia contrattuale) che ne abbiano fatto volontariamente richiesta.

Nell’elaborazione dei piani aziendali, i datori di lavoro assicurano il confronto con il Comitato per l’applicazione e la verifica delle regole del protocollo 24 aprile 2020.

I piani sono sottoposti dai datori di lavoro (anche mediante l’associazione di categoria) all’azienda sanitaria di riferimento, secondo le modalità che verranno disciplinate dalla Regione o Provincia Autonoma, con indicazione del numero dei vaccini richiesti.

In alternativa alla modalità sopra descritta, il datore di lavoro può collaborare all’iniziativa di vaccinazione attraverso il ricorso a strutture sanitarie private (mediante la conclusione di specifiche convenzioni tramite le associazioni di categoria o nell’ambito della bilateralità, con oneri a proprio carico, ad esclusione della fornitura de vaccini che viene assicurata dal SS Regionale.). I datori di lavoro che, non siano tenuti alla nomina del medico competente ovvero non possano fare ricorso alle strutture sanitarie private, possono avvalersi delle strutture sanitarie dell’INAIL.

I costi di realizzazione e gestione dei piani aziendali sono interamente a carico del datore di lavoro (es. dotazione di locali idonei alla somministrazione), mentre la fornitura dei vaccini, dei dispositivi di somministrazione e la messa a disposizione degli strumenti formativi previsti e degli strumenti per la registrazione delle vaccinazioni eseguite è a carico del SS regionale competente.

Informazione ai lavoratori

I datori di lavoro e le Parti Sociali si impegnano a fornire le necessarie informazioni ai lavoratori, anche con il coinvolgimento degli attori della sicurezza e con il supporto del medico competente, anche mediante apposite iniziative di comunicazione e informazione sul piano di vaccinazione in parola.

In particolar modo:

  • sulla volontarietà del vaccino (a tal fine, le somministrazioni dovranno essere gestite nel rispetto delle scelte dei lavoratori, delle disposizioni in materia di tutela della riservatezza, della sicurezza);
  • il medico competente fornirà informazioni sui vantaggi e rischi connessi alla vaccinazione e sulla tipologia di vaccino.

Vaccinazione e orario di lavoro: se la vaccinazione viene eseguita in orario di lavoro, il tempo necessario per la stessa è equiparato all’orario di lavoro.

La somministrazione del vaccino

Prima della somministrazione del vaccino, il medico competente assicura l’acquisizione del consenso del soggetto interessato, il previsto triage preventivo allo stato di salute e tutela della riservatezza dei dati.

La somministrazione del vaccino è riservata ad operatori sanitari in grado di garantire il rispetto delle prescrizioni sanitarie e dotati di adeguata formazione per la vaccinazione anti-covid.

Il medico competente, nel rispetto delle disposizioni sulla riservatezza dei dati personali, assicura la registrazione delle vaccinazioni eseguite mediante gli strumenti messi a disposizione dal servizio sanitario.

La programmazione della seconda dose

L’azienda assicurerà la programmazione della somministrazione della seconda dose del vaccino ove prevista secondo le modalità e tempistiche previste per ciascun vaccino (tipo di vaccino, tempistiche di somministrazione, casi di esclusione).

Le associazioni datoriali coinvolte

Poiché l’attivazione del protocollo in parola è subordinata al coinvolgimento delle associazioni datoriali, vi segnaliamo di seguito, le parti che lo hanno sottoscritto:

UGL, CONFSAL, CISAL, USB, CONFINDUSTRIA, CONFAPI, CONFCOMMERIO, CONFESERCENTI, CONFARTIGIANATO, CNA, CASARTIGIANI, ALLEANZA COOPERATIVE, ABI, ANIA, CONFAGRICOLTURA, COLDIRETTI, CIA, CONFSERVIZI, FEDERDISTRIBUZIONE, CONFPROFESSIONI, CONFIMI, CONFETRA.

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Protocollo Covid-19 negli ambienti di lavoro

Protocollo Covid-19 negli ambienti di lavoro

Protocollo di aggiornamento delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro

In data 6 aprile 2021, il Ministero del Lavoro ha sottoscritto, unitamente al Ministero della salute, al Ministero dello Sviluppo Economico ed alle parti sociali (associazioni datoriali e sindacali), il nuovo Protocollo condiviso di aggiornamento delle misure per il contrasto e il contenimento del virus SARS-Cov-2/Covid-19 negli ambienti di lavoro.

Il protocollo, in attuazione della disposizione di cui all’art. 1 c. 1 n. 9 del DPCM 11 marzo 2020, aggiorna e rinnova i precedenti accordi, tenendo conto delle nuove disposizioni diramate dal Ministero della Salute e del DPCM 2 marzo 2021.

In particolar modo, tale procedura si pone l’obiettivo, in continuità e in coerenza con i precedenti accordi sottoscritti dalle parti sociali, di fornire indicazioni operative aggiornate finalizzate a coniugare la prosecuzione delle attività produttive con le condizioni di salubrità e sicurezza degli ambienti di lavoro e delle modalità lavorative, incrementando, negli ambienti di lavoro non sanitari, l’efficacia delle misure precauzionali di contenimento.

Nel protocollo in commento viene disposto che la prosecuzione delle attività lavorative può avvenire solo in presenza di condizioni che assicurino alle persone che lavorano adeguati livelli di protezione, in mancanza delle quali è necessaria la sospensione dell’attività lavorativa.

Al fine di permettere alle aziende di tutti i settori di applicare tali misure e la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro, è raccomandato:

  • il ricorso agli ammortizzatori sociali;
  • il massimo utilizzo del lavoro agile o da remoto, ovvero del lavoro a distanza;
  • l’utilizzo di ferie e congedi retribuiti per i dipendenti nonché gli altri strumenti previsti dalla contrattazione collettiva;
  • l’incentivo alle operazioni di sanificazione nei luoghi di lavoro;
  • l’assunzione dei vari protocolli di sicurezza anti-contagio, fermo restando l’obbligo di utilizzare i dispositivi di protezione previsti dalla normativa e protocolli vigenti;
  • di limitare al massimo gli spostamenti all’interno dei siti di lavoro e il contingentamento degli spazi comuni;
  • di assicurare il mantenimento della distanza interpersonale di almeno un metro come principale misura di contenimento.
Le procedure di informazione

I datori di lavoro devono informare i propri lavoratori dipendenti (o chiunque entri in azienda), tramite appositi depliants informativi da affiggere all’ingresso e nei luoghi maggiormente visibili in azienda circa:

  • l’obbligo di rimanere al proprio domicilio/residenza in presenza di sintomi influenzali, ovvero di comunicare tempestivamente l’insorgere degli stessi qualora sorgano successivamente all’ingresso in azienda;
  • l’impegno a rispettare tutte le disposizioni delle Autorità e dei datori nel fare accesso e sostare in azienda.

Inoltre, devono fornire una informazione adeguata sulla base delle mansioni e dei contesti lavorativi.

Modalità di ingresso e uscita in azienda e spostamenti interni

Il personale potrà essere sottoposto a misurazione della temperatura corporea, e se tale temperatura sarà superiore a 37,5° non sarà consentito l’accesso ai luoghi di lavoro. Le persone in tale condizione saranno momentaneamente isolate e fornite di mascherina chirurgica ove non ne fossero già dotate, non dovranno recarsi al Pronto Soccorso e/o nelle infermerie di sede, ma dovranno contattare nel più breve tempo possibile il proprio medico curante e seguire le sue indicazioni. La riammissione al lavoro dopo l’infezione da virus SARS-CoV-2/COVID-19 avverrà secondo le modalità previste dalla normativa vigente. I lavoratori positivi oltre il ventunesimo giorno saranno riammessi al lavoro solo dopo la negativizzazione del tampone molecolare o antigenico effettuato in struttura accreditata o autorizzata dal servizio sanitario.

Per l’accesso dei fornitori esterni è necessario individuare procedure ad hoc di ingresso, transito ed uscita; gli autisti dei mezzi di trasporto devono rimanere a bordo dei propri mezzi e non gli è consentito l’accesso agli uffici; per fornitori/altro personale esterno occorre installare servizi igienici dedicati, prevedendo un divieto di utilizzo di quelli del personale dipendente; riduzione dell’accesso ai visitatori.

In ogni caso, è necessario favorire orari di ingresso e di uscita a scaglioni; ove possibile, è necessaria la dedizione di una porta per l’ingresso e una per l’uscita, oltre che garantire la presenza di detergenti segnalati da apposite indicazioni.

In linea generale, non sono ammesse le riunioni in presenza, sono sospesi tutti gli eventi interni/attività di formazione in aula, e gli spostamenti interni devono essere limitati al minimo.

Pulizia e sanificazione in azienda

Deve essere assicurata la pulizia giornaliera e la sanificazione periodica dei locali (e della strumentazione di lavoro, quali ad.es. tastiere, schermi, mouse), degli ambienti e delle postazioni di lavoro/aree comuni. Nelle aree geografiche a maggiore endemia o nelle aziende con casi sospetti di COVID è necessario prevedere, una sanificazione straordinaria degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni.

Precauzioni igieniche personali

È obbligatorio che le persone presenti in azienda adottino tutte le precauzioni igieniche, in particolare per le mani. L’azienda deve mettere a disposizione idonei e sufficienti mezzi detergenti per le mani (specifici dispenser collocati in punti facilmente individuabili).

Dispositivi di protezione individuale

È fondamentale ed obbligatoria l’adozione di DPI quali mascherine chirurgiche ex art. 16 DL n.18/2020 ovvero di dispositivi di livello superiore. Tali dispositivi non sono necessari in caso di attività svolte in condizione di isolamento.

Gestione degli spazi comuni

L’accesso agli spazi comuni, comprese le mense aziendali, le aree fumatori e gli spogliatoi è contingentato, con la previsione di una ventilazione continua dei locali, di un tempo ridotto di sosta all’interno di tali spazi e con il mantenimento della distanza di sicurezza di un metro tra le persone che li occupano. Occorre provvedere all’organizzazione degli spazi e alla sanificazione degli spogliatoi, per lasciare nella disponibilità dei lavoratori luoghi per il deposito degli indumenti da lavoro e garantire loro idonee condizioni igieniche sanitarie. Inoltre, è necessario garantire la sanificazione periodica e la pulizia giornaliera, con appositi detergenti, dei locali mensa e delle tastiere dei distributori di bevande e snack.

Organizzazione  aziendale

È data facoltà alle aziende, limitatamente al periodo di emergenza, di rimodulare le attività, favorendo le intese con le RSA con riguardo a:

  • chiusura di reparti diversi dalla produzione, garantendo il funzionamento degli stessi mediante l’utilizzo del lavoro agile o da remoto;
  • rimodulazione dei livelli produttivi e degli spazi di lavoro (es. previsione di orari differenziati);
  • piani di produzione dedicati per diminuire i contatti.

In merito alle trasferte, è opportuno che il datore, con la collaborazione de medico competente e del RSPP, tenga conto del contesto associato alle diverse tipologie di trasferte previste.

Gestione dei sintomatici in azienda

Nel caso di persona asintomatica in azienda, si dovrà procedere al suo isolamento (con munizione dei DPI, se non già dotato), nonché ad avvertire le autorità sanitarie competenti e i numeri di emergenza forniti dalla regione o dal Ministero della salute. L’azienda collabora con le autorità in merito alla definizione degli eventuali contatti stretti, anche con il coinvolgimento del medico competente.

Sorveglianza sanitaria

Il medico competente collabora con il datore di lavoro, RSPP e RLS/RLST nell’identificazione e attuazione delle misure volte al contenimento del rischio di contagio da virus; inoltre, lo stesso attua la sorveglianza sanitaria eccezionale per la tutela dei lavoratori fragili.

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