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Indennità Una Tantum prevista dal Decreto Legge n.50/2022: istruzioni dell’INPS

come richiedere l'indennità una tantum 200 euro

Indennità Una Tantum prevista dal Decreto Legge n.50/2022: istruzioni dell’INPS

La circolare in oggetto fornisce le istruzioni dell’INPS su come i lavoratori dipendenti possono ottenere il riconoscimento di un bonus Una Tantum 200 euro,  importo netto erogato durante il mese di luglio 2022.

Chi può ricevere l’una tantum 200 euro? I lavoratori dipendenti che hanno una retribuzione imponibile inferiore a 2.962 euro e che nei primi mesi del 2022 abbiano beneficiato, per almeno una mensilità, dell’esonero contributivo dello 0,80%, in riferimento alla Legge di Bilancio per il 2022.

L’indennità una tantum sarà riconosciuta dal datore di lavoro solo successivamente alla dichiarazione del lavoratore dipendente di essere in possesso dei requisiti richiesti, compilando la dichiarazione in allegato. L’erogazione, quindi, avverrà con la busta paga del mese di luglio e le operazioni di conguaglio verranno eseguite telematicamente, tramite i dati UNIEMENS, entro il 31 agosto 2022.

Leggi la circolare redatta appositamente per visionare le istruzioni dell’INPS nel dettaglio e compila il modulo di dichiarazione per ottenere il riconoscimento dell’indennità Una Tantum.

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Trasferimento dei dipendenti: come trasferire il lavoratore presso un’altra unità operativa.

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Trasferimento dei dipendenti: come trasferire il lavoratore presso un’altra unità operativa.

Il datore di lavoro può decidere di cambiare il luogo di lavoro del dipendente? 

Cerchiamo di fare chiarezza partendo dalla definizione; Il diritto del lavoro italiano definisce il trasferimento del lavoratore come la modifica del luogo in cui il dipendente lavora normalmente. Questo solitamente avviene quando un’azienda dispone di due o più sedi: può essere una richiesta del dipendente ma anche un’esigenza del datore di lavoro. 

Il trasferimento comporta l’assegnazione definitiva del lavoratore presso un’unità operativa diversa rispetto a quella originaria.

Noi ci focalizzeremo sul trasferimento individuale, che può essere disposto su iniziativa del datore di lavoro o su proposta del dipendente. Nel caso in cui sia il datore di lavoro a farne richiesta, la comunicazione di questa trasformazione del rapporto di lavoro deve essere comunicata al dipendente con un congruo preavviso e trasferita telematicamente al Servizio per l’Impiego territoriale competente nei cinque giorni successivi al suo trasferimento. Affinché questa richiesta di trasferimento venga accettata, devono sussistere esigenze comprovate e oggettive da parte dell’azienda o del dipendente. 

Le ragioni del trasferimento devono essere di natura tecnica, organizzativa o produttiva e vi deve essere un rapporto di causalità volto al miglioramento delle condizioni lavorative. Si consiglia sempre di redarre un documento scritto che testimoni la comunicazione e l’esplicitazione delle motivazioni del trasferimento al dipendente, che potrebbe contestare questa scelta.

Il rifiuto di trasferimento da parte del dipendente

Partendo dal presupposto che il lavorante non può rifiutare un trasferimento legittimo, pena il licenziamento, vi sono altri criteri ai quali può appellarsi; il dipendente può di fatto impugnare tale lettera di trasferimento qualora questo determini un suo  demansionamento. Se invece la contestazione è valida, il datore di lavoro deve darne giustificazioni e modificare quanto riportato per iscritto.  Si badi bene che l’impugnazione da parte del dipendente deve verificarsi entro un mese dalla ricezione di tale avvertimento. In caso di trasferimento contestabile il lavoratore può richiedere un risarcimento del danno arrecatogli e il reinserimento lavorativo nella sede originaria. 

Abbiamo cercato di trattare e semplificare questa procedura ma se vuoi ricevere la consulenza dei nostri professionisti, loro sono sempre a tua disposizione per chiarire ogni eventuale dubbio. 

Ti consigliamo di rivolgerti a loro: https://www.payroll.it/ps-stp/pratiche-amministrative/

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