Intelligenza artificiale in Europa: la regolamentazione dell’EU AI Act e l’impattano sul diritto del lavoro.

L’adozione dell’intelligenza artificiale nelle aziende europee apre nuovi scenari per i diritti del lavoro: nascono nuovi supporti, nuovi sistemi di conoscenza e nuovi monitoraggi dell’operato delle persone e delle loro performance. L’Unione Europea ha recepito la necessità di regolamentare l’innovazione portata dal machine learning, tutelando e regolamentando i diritti dei lavoratori. Aziende, manager e HR devono allinearsi alle nuove necessità normative.

L’EU AI Act – ufficialmente il Regolamento (UE) 2024/1689 – è il primo quadro normativo completo al mondo dedicato all’intelligenza artificiale. Una norma pionieristica che garantisce l’utilizzo sicuro, etico e trasparente dell’AI, nel rispetto dei diritti fondamentali e dei valori dell’UE.

Per le aziende di ogni dimensione e attività è importante metabolizzare la normativa per evitare di incappare in sanzioni e ripercussioni legali.

AI Act: com’è strutturata.

L’EU AI Act è diventato legge il 1° agosto 2024, rendendo espliciti i confini tra tecnologia e diritti dei lavoratori. La legge classifica i sistemi AI in quattro categorie, in base al livello di rischio d’utilizzo:

  • Rischio inaccettabile: Vi rientrano tutti i sistemi che manipolano il comportamento umano, sfruttano vulnerabilità o praticano il “social scoring”, ovvero una valutazione in termini di punteggio in base ai comportamenti, dati personali e azioni delle persone.
  • Rischio elevato: Non sono vietati, ma sono sotto “stretta osservazione”. Parliamo di sistemi che possono avere un impatto significativo sulla sicurezza, i diritti o l’accesso ai servizi. Ne fanno parte gli strumenti per la selezione del personale, la valutazione delle performance o il monitoraggio. Chi usa questi sistemi, deve dotarsi di un sistema di gestione della qualità, registrarsi in un database UE e, se fuori dall’Europa, nominare un rappresentante.
  • Rischio limitato: Qui le regole vertono prevalentemente sulla trasparenza del dato e dell’informazione. L’utente deve sapere che sta interagendo con un’AI.
  • Rischio minimo: in questo fattore di rischio sono compresi la maggioranza dei sistemi AI e hanno obblighi normativi minimi.

L’obiettivo della legge è prevenire usi dannosi dell’AI, specialmente se possono minare sicurezza, salute, privacy e diritti del lavoro. Divieti e limitazioni sono entrati o stanno per entrare in atto. Quelli riguardanti i sistemi a rischio inaccettabile (come il riconoscimento delle emozioni sul lavoro, ad esempio), sono efficaci già da febbraio 2025. A maggio sono stati avviati i limiti per i codici di condotta per i sistemi AI per scopi generali.

Ad agosto del prossimo anno (2026) gli obblighi sui sistemi AI ad alto rischio diventeranno pienamente applicabili. Questo inciderà direttamente sugli strumenti AI per la selezione, la gestione delle performance e il monitoraggio della forza lavoro. Entro il 1 agosto 2027 la piena conformità sarà generalmente attesa per tutti i sistemi AI.

EU AI Act: cosa devono fare gli HR

Il Regolamento EU AI Act obbliga gli HR ad adottare una strategia di valutazione e trasparenza per tutelare il diritto al lavoro. Chiunque utilizzi l’AI deve:

  1. Mappare gli strumenti: a seconda dello strumento che si sta adottando è importante sapere come viene classificato dall’EU AI Act e quale impatto ha su collaboratori e candidati.
  2. Valutare situazione legale e GDPR: È importante sapere come il sistema AI gestisce i dati ed è fondamentale conoscere i potenziali rischi per i diritti individuali. L’ EU AI Act rafforza l’attenzione sulla GDPR.
  3. Fare formazione obbligatoria: Dal febbraio 2025 è un dovere. Tutti, dal team HR ai manager, devono essere “alfabetizzati sull’AI”. Devono capire come funziona, quali sono i limiti, come interpretare i suoi output e, soprattutto, quando e come intervenire con la supervisione umana.
  4. Coinvolgere le rappresentanze dei lavoratori: Ogni azienda ha l’obbligo di informare sindacati, rappresentanti dei lavoratori e singoli individui sull’uso dei sistemi AI in un’ottica di totale trasparenza.
  5. Fare Audit e monitoraggio continuo: Le organizzazioni devono implementare meccanismi per audit periodici, identificando nuovi rischi e implementando eventuali nuove necessità di conformità. Un elemento cruciale è anche il diritto alla contestazione: il lavoratore deve avere la possibilità di contestare le decisioni prese dall’AI prima che si trasformino in azioni HR definitive.

Le conseguenze alla non conformità all’EU AI Act

La non conformità all’EU AI Act comporta sanzioni significative, pensate per essere proporzionate alla gravità della violazione:

  • Violazioni più gravi: Per l’uso di pratiche AI proibite (come “social scoring”), le multe possono arrivare a 35 milioni di euro o il 7% del fatturato annuo mondiale dell’azienda. Sono cifre paragonabili alle multe relative alla GDPR, a dimostrazione dell’importanza che l’UE dà alla protezione dei diritti fondamentali anche nell’era dell’AI.
  • Mancanze nella governance AI ad alto rischio: multe fino a 15 milioni di euro o il 3% del fatturato annuo globale per chi non effettua valutazioni di conformità o non implementa sistemi di gestione del rischio adeguati.
  • Informazioni errate: Fornire dati sbagliati o fuorvianti alle autorità può costare fino a 7,5 milioni di euro o l’1,5% del fatturato annuo globale.

La conformità all’AI è un rischio strategico che va valutato e preso in carico prima di tutto dal consiglio di amministrazione: non si tratta di un mero dettaglio operativo, non è una sola questione tecnica o dipartimentale, ma un rischio aziendale critico che richiede la massima attenzione.

La tua azienda sta già adottando l’AI nei suoi processi? Sta tutelando correttamente i diritti al lavoro dei dipendenti e la loro privacy?

Tutti gli articoli del blog mese per mese

Ultimi articoli dal blog

Iscriviti alla newsletter

Lascia i tuoi contatti

Ricevi regolarmente le newsletter sulle novità normative in materia di disciplina il lavoro dei diversi contratti nazionali.

       Acconsento al trattamento dei dati come da informativa sulla privacy.

    Iscriviti alla newsletter

    Lascia i tuoi contatti

    Ricevi regolarmente le newsletter sulle novità normative in materia di disciplina il lavoro dei diversi contratti nazionali.

         Acconsento al trattamento dei dati come da informativa sulla privacy.