Come creare un ambiente inclusivo che valorizzi la cultural diversity?
Il panorama lavorativo italiano è sempre più caratterizzato da una eterogeneità dei propri team. Le aziende oggi si trovano a integrare nei propri team professionisti provenienti da ogni angolo del globo. Sono individui con un bagaglio culturale, linguistico e religioso differenti. Questa “cultural diversity” è, di fatto, una sfida gestionale importante.
L’assunzione di dipendenti stranieri si configura così come un’arma a doppio taglio per la multiculturalità: da un lato, promette un arricchimento in termini di prospettive e competenze, aprendo le porte a una cultura aziendale più dinamica e internazionale; dall’altro, impone la necessità di gestire complessità pratiche e normative legate a permessi di soggiorno, barriere linguistiche e integrazione nell’organizzazione aziendale.
La multiculturalità nelle aziende italiane
Le stime della Fondazione ISMU ETS al 1° gennaio 2024 indicano una presenza di stranieri in Italia che si attesta intorno a 5 milioni e 755mila unità.
Questo scenario, come evidenziato da precedenti rapporti ISMU e dall’analisi del progetto “DimiCome” – acronimo di Diversity Management e Integrazione: Competenze dei Migranti nel mercato del lavoro – impone alle aziende di considerare il diversity management non come un’opzione, ma come un elemento fondamentale per la propria operatività e competitività.
Le sfide interculturali: il ruolo della diversità e inclusione in azienda
Il ruolo della diversità e inclusione in azienda è cruciale: da un lato porta ricchezza, dall’altro può innescare frizioni derivanti da incomprensioni linguistiche, differenze nelle concezioni gerarchiche o nelle modalità decisionali, nella gestione del tempo e del rischio, o persino nelle abitudini alimentari e nell’osservanza di festività religiose.
In settori come l’edilizia, ad esempio, caratterizzati spesso da un’alta presenza di lavoratori stranieri, queste dinamiche di cultural diversity possono essere particolarmente accentuate. In questi contesti si riscontra spesso una minore frequenza di interventi aziendali strutturati per favorire l’integrazione e la comprensione reciproca, spesso perché la sensibilità aziendale è poco ricettiva e il valore del singolo come persona viene poco considerato.
In molti contesti operativi, ancora oggi stereotipi e pregiudizi continuano a influenzare negativamente l’esperienza lavorativa. Un peccato, perché a risentirne è soprattutto l’efficienza aziendale.
Valorizzare ogni differenza: strategie per un efficace diversity management
Trasformare le sfide in opportunità richiede un approccio aziendale olistico che parta dal riconoscimento e dall’accettazione della diversità in azienda, integrato in un piano di diversity management ben definito. È fondamentale, quindi, investire nell'”intelligenza culturale” delle proprie risorse.
A livello operativo, la diversità e inclusione in azienda si traduce nell’implementazione di:
- programmi di formazione mirati a sviluppare la consapevolezza interculturale;
- fornitura di strumenti per interpretare comportamenti differenti;
- tempo dedicato all’ascolto delle esigenze dei lavoratori;
- form di raccolta dati e commenti con interviste,
- flessibilità nella ricerca di soluzioni organizzative.
Diverse culture significa anche diversi approcci alla quotidianità. È importante tenere conto:
- delle diverse concezioni del rapporto gerarchico;
- dell’organizzazione del tempo;
- della gestione del rischio,
- delle diverse modalità di espressione dei bisogni.
In concreto, un piano di diversity management definito può tradursi in un’organizzazione specifica e armonica di schemi che tengano conto di:
- una maggiore flessibilità degli orari di lavoro;
- l’adeguamento dei menù delle mense aziendali per rispettare le diverse tradizioni alimentari,
- una diversa gestione delle festività religiose.
Le aziende che adottano queste strategie inclusive fanno passi avanti nell’organizzazione, migliorando la competitività, avendo vantaggi nei percorsi di internazionalizzazione e nelle strategie commerciali, e favoriscono l’apprendimento reciproco e il cambiamento.
Questo può avvenire sia attraverso processi formali che informali, con momenti dedicati al racconto dei paesi di origine, promuovendo l’empatia e la comprensione tra colleghi.
Dalla cultural diversity al vantaggio competitivo
Superare la gestione passiva della multiculturalità e abbracciare attivamente la DEI (Diversità, Equità e Inclusione) si traduce in un vantaggio competitivo concreto, supportato da solide strategie di diversity management. Lo studio ISMU-FAMI evidenzia come l’inclusione di lavoratori stranieri migliori l’organizzazione e la competitività, con ricadute positive anche sui percorsi di internazionalizzazione.
La diversità apporta ricchezza di prospettive, stimola la creatività e potenzia le capacità di problem solving, elementi chiave per un cultural diversity efficace. Per non parlare della possibilità di attirare e mantenere i talenti migliori, i quali saranno affascinati dalla prospettiva di poter esprimere le loro potenzialità in un ambiente privo di pregiudizio.
Diversità e inclusione in azienda: chiave per l’innovazione e la competitività
La diversità e inclusione in azienda non è più un aspetto marginale, ma un elemento intrinseco del tessuto socio-economico italiano. Le aziende che sapranno superare la visione della multiculturalità come una mera “conseguenza ineluttabile” e abbracciarla come una vera e propria risorsa strategica, attraverso efficaci politiche di diversity management, saranno quelle in grado di prosperare in un mercato globale sempre più interconnesso.