La sicurezza sul lavoro è da sempre uno dei pilastri fondamentali per la tutela dei lavoratori e la continuità delle attività aziendali. Sono corsi obbligatori per legge per garantire preparazione e reattività in caso di emergenza; in virtù di questa necessità, le aziende hanno da sempre organizzato corsi e simulazioni. Nella maggior parte dei casi si tratta di sessioni teoriche in aula, integrate da esercitazioni pratiche come prove di evacuazione di emergenza o l’uso guidato dei dispositivi di protezione. Queste attività, pur essendo utili, presentano due limiti principali: da un lato non riescono a riprodurre appieno lo stress e l’imprevedibilità di un contesto reale, dall’altro sono spesso logistiche e costose da organizzare, soprattutto quando si tratta di simulare scenari complessi come fughe di gas o guasti improvvisi.
Sicurezza sul lavoro: il gap formativo
Secondo i dati INAIL e Confindustria, solo circa il 40% delle aziende italiane dichiara di riuscire a garantire una formazione sulla sicurezza realmente efficace ed esercitazioni pratiche regolari ai propri collaboratori, mentre oltre il 55% si limita a percorsi teorici di base. Questo gap formativo evidenzia come la maggior parte delle imprese non sia ancora in grado di preparare i lavoratori a reagire prontamente in situazioni di emergenza, con conseguenti rischi per la sicurezza e la continuità operativa.
I risultati della ricerca sperimentale
Da questa necessità di rendere la formazione più efficace e immersiva nasce il progetto accademico “From Risk to Readiness”, sviluppato dall’Università di Genova in collaborazione con delle raffinerie del territorio, per innovare la formazione in ambito sicurezza. Lo studio ha implementato l’uso della realtà virtuale (VR) come strumento di addestramento: i lavoratori, indossando visori immersivi, sono stati guidati attraverso scenari di evacuazione in caso di incendio, gestione di allarmi acustici e visivi, uso operativo di rilevatori di gas e simulazioni di malfunzionamenti critici delle apparecchiature.
Le sessioni si sono articolate in più fasi, dalla ricognizione iniziale degli spazi virtuali fino alla risposta rapida agli imprevisti, permettendo di valutare tempi di reazione, capacità di coordinamento tra colleghi e corretto utilizzo delle procedure di emergenza. Grazie all’immersività, gli operatori hanno potuto affrontare scenari altamente realistici in un ambiente controllato, testando le proprie capacità decisionali in condizioni di stress comparabili a quelle reali.
I primi risultati del progetto sono stati presentati in conferenze scientifiche e pubblicati in riviste di settore, tra cui l’articolo disponibile su arXiv (2024)
Evidenze e dati sperimentali
L’importanza di fare esperienze immersive in contesti legati alla sicurezza è supportata da numerosi studi. Ad esempio, una review sistematica del 2023 su Computers & Education ha evidenziato che la formazione in realtà virtuale migliora la ritenzione della memoria e le performance comportamentali fino al 20-25% rispetto ai metodi tradizionali. In uno studio sperimentale pubblicato su Fire (Fire, MDPI 2024), i partecipanti a simulazioni di evacuazione in VR hanno mostrato tempi di decisione più rapidi e strategie di fuga più efficienti rispetto a chi era esposto a video bidimensionali. Inoltre, Rao et al. (PMC – Rao et al., 2022) hanno dimostrato che la realtà virtuale migliora la capacità di prendere decisioni dinamiche in scenari complessi, con una maggiore accuratezza e una riduzione significativa degli errori decisionali. Le esperienze vissute attivano infatti aree cerebrali legate alla memoria episodica e procedurale, come l’ippocampo e la corteccia prefrontale, creando connessioni sinaptiche più robuste e durature (cfr. Bavelier & Green, Nature Reviews Neuroscience, 2019).
Strategie per la formazione aziendale
Guardando al futuro, l’integrazione della VR nella formazione aziendale sulla sicurezza potrebbe rappresentare una strategia vincente. Le aziende possono trarre ispirazione da questo modello sperimentale per:
- progettare moduli di training realistici ma sicuri,
- aumentare l’engagement dei partecipanti,
- monitorare e misurare le performance in condizioni simulate,
- ridurre i costi legati a esercitazioni logistiche complesse.
La combinazione tra innovazione tecnologica e rigore scientifico apre dunque nuove strade per un addestramento realmente efficace, trasformando la gestione del rischio in una cultura della prontezza.
Nella tua azienda come viene fatta la formazione? È ipotizzabile una modalità più attiva e coinvolgente dei partecipanti?