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Congedi genitoriali – nuove istruzioni operative INPS

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Congedi genitoriali – nuove istruzioni operative INPS

Nuove agevolazioni INPS per le famiglie: nuovi congedi genitoriali

Sei un neo-genitore o stai per diventarlo? Le recenti modifiche legislative hanno introdotto importanti novità riguardo ai congedi genitoriali, e l’INPS ha pubblicato le istruzioni operative per guidarti nella fruizione di queste benefici. 

Congedo di paternità obbligatorio 

Addio al congedo di paternità facoltativo! L’INPS ha introdotto il congedo di paternità obbligatorio, un cambiamento che favorirà tutti i lavoratori dipendenti, compresi quelli agricoli e domestici. Ora hai diritto a 10 giorni lavorativi di congedo, da utilizzare nei 2 mesi precedenti al parto e nei 5 mesi successivi. 

Una novità importante è che l’indennità giornaliera sarà pari al 100% della tua retribuzione, equiparandola a quella della maternità. Inoltre, il congedo sarà fruibile solo a giorni, non ad ore, solo nelle giornate lavorative.

Congedo parentale: più tempo per le famiglie

Il congedo parentale è stato esteso a 11 mesi per i genitori singoli e a 9 mesi per entrambi i genitori. Potrai usufruire anche di un periodo di 3 mesi trasferibile dal congedo parentale indennizzato. 

Inoltre, l’indennità per il congedo parentale è stata equiparata a quella della maternità obbligatoria. Queste agevolazioni si applicano ai periodi di fruizione a partire dal 13 agosto 2022. 

Scenari diversi, diritti protetti

L’INPS ha chiarito come gestire le diverse situazioni:

  • Se la madre è una lavoratrice dipendente e il padre è iscritto alla gestione separata, entrambi potranno usufruire di 9 mesi di congedo, suddividendoli tra loro;
  • Se il padre è un lavoratore dipendente e la madre è iscritta alla Gestione separata, i congedi possono essere combinati per un totale di 9 mesi;
  • Nel caso in cui uno dei genitori sia un lavoratore autonomo e l’atro sia dipendente, o entrambi siano autonomi, si avranno comunque diritto a 9 mesi di congedo parentale. 

Periodi di fruizione

Per i congedi utilizzati prima del 13 agosto 2022, si applicano le precedenti disposizioni di legge, mentre le nuove agevolazioni trovano applicazione dai periodi successivi. Se hai già fruito di congedi parentali non indennizzati prima di questa data, potrai usufruire dei nuovi limiti previsti dalla normativa per i periodi a partire dal 13 agosto 2022. 

Scarica la circolare e segui le istruzioni dell’INPS per goderti al meglio il tempo prezioso con il tuo bambino. 

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Nuovi congedi genitoriali: pubblicato il decreto e le prime istruzioni dall’INPS

congedi parentali

Nuovi congedi genitoriali: pubblicato il decreto e le prime istruzioni dall’INPS

Prime istruzioni da parte dell’INPS per quanto riguarda il congedo genitoriale, indicando soprattutto novità per il congedo parentale.

Con le nuove direttive, il genitore ha molti più diritti verso il figlio, come ad esempio la possibilità di fruire del congedo di paternità a partire dai due mesi prima fino ai cinque mesi dopo la nascita e viene allungato il periodo a 20 giorni in caso di nascita plurima.

Inoltre, vengono illustrate altre novità riguardante le modalità di presentazione delle richieste congedo parentale da parte del lavoratore al datore di lavoro e precisazioni riguardanti il trattamento economico spettante allo stesso.

Scarica la circolare per visionare tutte le novità in merito e non perderti tutti gli aggiornamenti.

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Maternità e lavoro: il congedo di maternità e il congedo di paternità in breve

congedo parentale e maternità

Maternità e lavoro: il congedo di maternità e il congedo di paternità in breve

Maternità e lavoro sembrano due temi inconciliabili, ma proprio per questo la legge tutela i neogenitori con importanti normative che è bene tener presente quando si sta per avere un bambino.  Ma come si articolano il congedo di maternità e il congedo di paternità e le normative relative?

La prima direttiva da tenere presente è l’Art. 37 della Costituzione: “La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale e adeguata protezione”.

Altro testo importante che ha presentato modifiche per quanto riguarda il congedo parentale è il “Testo unico per la tutela e il sostegno della maternità e della paternità” emanato dal d.lgs. n.151/2001 e nel d.lgs. n.80/2015, in attuazione del Jobs Act.

Ma vediamo nel dettaglio in cosa consiste il congedo di maternità e il congedo di paternità.

Cosa s’intende per congedo di maternità e congedo di paternità?

Per conciliare maternità e lavoro è previsto un congedo di maternità obbligatorio che equivale a un periodo di astensione obbligatoria dal lavoro.

Ma quanto dura la maternità obbligatoria? Ha una durata totale di 5 mesi e può essere gestita in diverso modo, ad esempio 2 mesi prima del parto e 3 mesi dopo, oppure 1 mese prima del parto e 4 mesi dopo, oppure ancora 5 mesi successivi al parto.

Durante questo periodo la neomamma percepisce una sostituzione alla retribuzione, ossia un’indennità di maternità pari all’80%.

Per congedo di paternità, invece, s’intende quell’indennità che spetta al padre nel momento in cui alcune situazioni impediscono alla madre di beneficiare del congedo di maternità e il diritto di astensione dal lavoro e indennità spetta al padre.

Come funziona il congedo parentale?

Il congedo parentale sta a rappresentare, oltre al periodo di maternità obbligatoria, quel periodo in cui i genitori possono assentarsi dal luogo di lavoro, in modo facoltativo, per un ulteriore periodo retribuito parzialmente, periodo di massimo 10 mesi nei primi 12 mesi di vita del bambino/a. Questo periodo può essere anche fruibile a fasce orarie.

In alternativa, c’è anche la possibilità di rinunciare al congedo parentale trasformando il contratto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale. Ma tale diritto è fruibile solo una volta sempre che l’orario di lavoro non ecceda del 50 % rispetto all’orario a tempo pieno.

Come funziona la maternità per il datore di lavoro?

Il datore di lavoro, quando si parla di maternità, ha l’obbligo di rispettare tutti i diritti per la neomamma e neogenitori, previsti dalla normativa dedicata a maternità e lavoro, e inoltre, deve rispettare tutti quei divieti che vengono imposti alle madri lavoratrici nell’orario di lavoro per poter proteggere la loroicurezza, la loro salute e quella del bambino. Se il datore di lavoro non rispettasse queste direttive potrebbe essere punito con l’arresto fino a 6 mesi.

Inoltre, deve garantire dei permessi di riposo, previsti per le mamma in fase di allattamento e in caso di handicap gravi del proprio figlio.

Durante il periodo di maternità, ogni neomamma ha diritto all’80% dello stipendio completo che arriva sottoforma di assegno di maternità, il quale si richiede tramite il sito dell’INPS o rivolgendosi anche al CAF. Ma entro quando va presentata la domanda di maternità? Entro il settimo mese di gravidanza.

Dopo la maternità obbligatoria: maternità facoltativa o rientro al lavoro

Successivamente al periodo di maternità obbligatoria, la mamma può scegliere di procedere con la maternità facoltativa al 30%, oppure può scegliere di rientrare a lavoro e per i contratti full-time ha diritto a due ore di allattamento al giorno fino al compimento dell’anno del bambino. Al contrario, i contratti part-time avranno a disposizione solo un’ora al giorno.

Per sapere nel dettaglio tutti i particolari potete consultare la circolare redatta dai nostri consulenti del lavoro per quanto riguarda il congedo parentale.

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