Piano Spostamenti Casa-Lavoro: l’obbligo che molte aziende rischiano di ignorare (scadenza 31 dicembre 2025)

C’è una scadenza che incombe su molte aziende italiane e che, ancora oggi, passa spesso sotto il radar di HR e direzioni aziendali: il Piano Spostamenti Casa-Lavoro.

Entro il 31 dicembre 2025, imprese e Pubbliche Amministrazioni che superano determinate soglie dimensionali e territoriali devono adottare formalmente il Piano Spostamenti Casa-Lavoro (PSCL), un documento previsto dalla normativa nazionale per incentivare la mobilità sostenibile dei lavoratori.

Cos’è il Piano Spostamenti Casa-Lavoro e perché è diventato centrale

Il Piano Spostamenti Casa-Lavoro (PSCL) nasce per ridurre l’uso individuale dell’auto privata negli spostamenti quotidiani e promuovere soluzioni alternative come trasporto pubblico, car sharing, smart working e mobilità dolce.

Ma non è solo uno strumento ambientale.
Il PSCL è oggi un adempimento normativo che si inserisce in una visione più ampia di sostenibilità, welfare e responsabilità sociale d’impresa.

Che cosa devono fare concretamente le aziende entro il 31 dicembre 2025?

Entro il 31 dicembre 2025, le aziende e le Pubbliche Amministrazioni soggette all’obbligo devono adottare formalmente il Piano Spostamenti Casa-Lavoro (PSCL).

In concreto, questo significa che l’azienda deve:

  • nominare o individuare il Mobility Manager aziendale
  • raccogliere e analizzare i dati sugli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti
  • redigere il Piano Spostamenti Casa-Lavoro, definendo misure di mobilità sostenibile applicabili
  • approvare il PSCL a livello aziendale

Una volta adottato, il Piano deve essere trasmesso al Comune competente entro 15 giorni dalla sua approvazione.

L’adempimento non si limita quindi a una dichiarazione di intenti: entro la scadenza è necessario che il PSCL sia redatto, approvato e pronto per l’invio, in modo coerente con i requisiti previsti.

Quali aziende sono obbligate ad adottarlo

L’obbligo riguarda entro il 31 dicembre 2025 tutte le aziende e le PA con sedi lavorative che rientrano in uno di questi casi:

  • più di 100 dipendenti in sedi situate:
    • in un capoluogo di Regione
    • in una Città metropolitana

  • sedi localizzate:
    • in un capoluogo di Provincia
    • in un Comune con oltre 50.000 abitanti

Nel computo dei dipendenti rientrano anche:

  • lavoratori di aziende esterne presenti stabilmente in sede (appalti, distacchi, comandi)
  • società infragruppo che condividono la stessa unità locale

Il ruolo chiave del Mobility Manager

Il PSCL viene adottato dal datore di lavoro tramite il Mobility Manager aziendale, che ha il compito di:

  • analizzare le abitudini di spostamento dei dipendenti
  • definire misure concrete di mobilità sostenibile
  • stimare i benefici ambientali e organizzativi

Una volta redatto, il piano deve essere trasmesso al Comune competente entro 15 giorni, che può richiedere integrazioni o proporre accordi migliorativi con il supporto del Mobility Manager d’area.

Nessuna sanzione, ma il rischio resta

Ad oggi, la normativa non prevede sanzioni per le aziende inadempienti. Tuttavia, il mancato rispetto dell’obbligo può tradursi in:

  • esposizione a rilievi in fase di controllo
  • criticità reputazionali
  • incoerenza rispetto a politiche ESG e sostenibilità dichiarate

Un aspetto che molte aziende stanno iniziando a considerare con maggiore attenzione.

Non solo un obbligo: perché il PSCL conviene alle imprese

Sempre più organizzazioni stanno leggendo il Piano Spostamenti Casa-Lavoro come un’opportunità per:

  • migliorare il benessere dei dipendenti
  • ridurre traffico e stress legati al pendolarismo
  • rafforzare la credibilità ambientale dell’azienda
  • integrare mobilità e sostenibilità nelle strategie HR

Per comprendere nel dettaglio chi è obbligato, come redigere il piano e quali riferimenti normativi applicare scarica la circolare e l’allegato.

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