Competenze professionali: ecco quelle strategiche per colmare il mismatch nel 2026 

Le competenze professionali saranno il perno fondamentale del cambiamento: in tutta Europa le imprese stanno già iniziando a fare i conti con un mercato del lavoro sempre più complicato dove si sta già verificando un importante divario tra la domanda di competenze da parte delle imprese e le skill offerte dai lavoratori; questo disallineamento prende il nome di mismatch

L’evoluzione tecnologica corre più veloce di quanto molte organizzazioni riescano a gestire, e questo sta creando tensioni crescenti. Secondo le ultime analisi di Unioncamere e della Commissione europea, nel 2026 molte imprese incontreranno difficoltà crescenti nel reperire talenti in aree strategiche come data & analytics, cybersecurity, green job e profili tecnici avanzati. 

La carenza di profili qualificati nasce da una combinazione articolata di fattori: il rapido cambiamento delle aspettative dei lavoratori, un mercato sempre più mobile e competitivo, e il divario ancora presente tra ciò che le aziende offrono e ciò che le nuove generazioni cercano in termini di una migliore qualità della vita professionale e opportunità di sviluppo reale. 

Dove si concentrerà il mismatch di competenze lavorative 

1. Profili data-driven: il cuore delle decisioni future 

Il volume crescente di dati generati da processi, clienti e tecnologie richiede figure capaci di interpretarli e trasformarli in valore. Tra i profili più richiesti ci saranno specialisti in analisi del dato e professionisti capaci di sviluppare soluzioni basate sull’intelligenza artificiale. 
La difficoltà di reperimento deriva non solo dalla scarsità di competenze tecniche, ma anche dalla necessità di integrare capacità ibride, come l’etica del dato e le capacità di comunicazione. 

2. Cybersecurity: una domanda che supera l’offerta 

La crescente digitalizzazione e l’aumento delle minacce informatiche rendono la sicurezza digitale una priorità assoluta. Le aziende necessitano di security analyst, ethical hacker, esperti di governance e compliance. 
Tuttavia, il numero di nuovi professionisti non cresce quanto servirebbe per far fronte alle nuove minacce informatiche: nel 2026 lo shortage di competenze cyber rischia di diventare strutturale. 

3. Green job: competenze per una transizione irreversibile 

La decarbonizzazione e l’efficienza energetica generano una nuova domanda di profili tecnici e ingegneristici in ambito ambientale. Energy manager, sustainability specialist, tecnici per il monitoraggio ambientale e professionisti dell’eco-design saranno sempre più difficili da reperire, anche a causa dell’evoluzione normativa che richiede aggiornamento costante. 

4. Tecnici specializzati: il nodo più critico 

Nonostante l’attenzione mediatica sui profili digitali, il mismatch più evidente riguarda ancora i profili tecnici dell’industria: manutentori, saldatori specializzati, tecnici meccatronici, esperti di automazione. L’età media della forza lavoro in questi settori è elevata e il ricambio generazionale insufficiente. 
Il risultato: un gap di competenze lavorative che nel 2026 rischia di aumentare la vulnerabilità delle filiere produttive. 

Perché il mismatch non è solo un tema di competenze 

Affrontare il tema richiede molto più che formare nuove persone nei ruoli giusti: la difficoltà di reperimento cresce anche perché i lavoratori cambiano azienda con maggiore frequenza e perché le aspettative professionali si stanno trasformando in modo rapido e profondo. 


A questo si aggiunge l’accelerazione dei cicli tecnologici, che rende più breve la vita utile delle competenze, e il persistente disallineamento tra i percorsi formativi e le reali esigenze del mercato, soprattutto nei settori STEM. 

Cosa possono fare oggi le organizzazioni per contrastare il mismatch 

Le organizzazioni possono agire su più fronti per ridurre il mismatch di competenze e prepararsi al 2026. Tra le leve più efficaci rientrano: 

  • pianificare una strategia della forza lavoro basata sui dati disponibili in azienda, per prevedere quali competenze serviranno nei prossimi 12, 24 o 36 mesi grazie ad analisi predittive, mappature interne e osservazione dei trend di settore; 
  • percorsi di formazione aziendale continua, che integrino affiancamento operativo, microlearning, personalizzazione, aggiornamento costante delle competenze digitali e green e sistemi di certificazione chiari e riconoscibili; 
  • strategie di attraction e retention più evolute, fondate su una proposta di valore autentica, flessibilità matura, percorsi di crescita trasparenti e leadership inclusiva orientata al coaching; 
  • collaborazioni strutturate con scuole, università e stakeholder territoriali, attraverso academy interne, percorsi co-progettati, tirocini e apprendistati qualificanti. 

La tua organizzazione è pronta a trovare i talenti e investire su di loro per trattenerli e farli crescere? 

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