Il diversity management rappresenta la capacità dell’impresa di valorizzare le differenze di genere nel lavoro, trattando ogni persona nello stesso modo, diminuendo così anche le disuguaglianze tra uomini e donne. È un processo di cambiamento aziendale che ha l’obiettivo di potenziare i singoli contributi di ogni individuo per raggiungere gli obiettivi prefissati. Questo si realizza grazie all’utilizzo di strumenti e insieme di misure che fanno risaltare le diversità dei lavoratori, promuovendo sempre di più l’inclusione negli ambienti lavorativi.
Quando si parla di differenze di genere nel lavoro si fa riferimento all’orientamento sessuale, all’etnia, all’età, all’istruzione, agli stili di vita. Cercare di diminuire queste difficoltà è uno degli obiettivi da raggiungere, per questo è nata negli anni una figura importante, ossia quella del Diversity Manager, il quale si occupa di dare valore alle diversità cercando di migliorare tutto in un’ottica di innovazione, redditività e produttività.
Se all’interno di un’azienda è presente questa figura si creerà un miglior senso di appartenenza, risorse più motivate, promuovendo anche una leadership che genera un clima lavorativo più produttivo e innovativo.
La figura del Diversity Management opera in diversi campi, partendo dall’analisi della situazione aziendale, analizzando i vari bisogni dei lavoratori e, soffermandosi sull’ambito formativo, sviluppa processi di innovazione e superamento dei pregiudizi occulti che possono risultare frenanti. Promuove, inoltre, la consapevolezza e la sensibilità su tematiche sociali, integra policy aziendali che favoriscono diversità e generano inclusione.
L’integrazione continua e il rispetto delle diversità di genere, od ogni altro tipo di diversità, offre la possibilità di migliorare sempre di più l’employer branding, poiché migliorando l’ambiente di lavoro, dove tutti si sentono a proprio agio esprimendo le proprie unicità, le persone lavorano meglio e si ottengono miglioramenti anche a livello di performance di business.
Le aziende si impegnano nel favorire l’adozione di politiche per promuovere il rispetto e l’inclusione delle differenze di genere e questo creerà un ambiente molto più sereno per tutti i collaboratori ma anche per i datori di lavoro, cercando di eliminare del tutto, o almeno di ridurre, le differenze di trattamento sul posto di lavoro e di conseguenza anche le disuguaglianze tra uomini e donne nel lavoro, argomento molto discusso, proprio perché le donne, a parità di mansione, guadagnano il 10% in meno rispetto agli uomini.
Questo è stato dimostrato in uno studio dell’Eurostat misurando il divario retributivo uomo-donna partendo proprio dalla retribuzione lorda, e anche se questa risulta essere solo del 5,3% rispetto al 16,6% di altri paesi EU, è comunque un dato non confortante. Questo accade perché non si considera né il tasso di occupazione né il titolo di studio; quindi, la posizione è alta solo grazie alle donne che lavorano nel settore pubblico, non facendo una distinzione tra coloro che sono laureate e con qualifiche alte, che sono davvero rare. C’è una differenza netta tra i settori privati e quelli pubblici: il gender gap, infatti, nei settori pubblici è del 4,4 % rispetto al 17,9 % del settore privato.
Altro problema che alimenta le disuguaglianze tra uomini e donne nel lavoro è che la maggior parte delle stesse accettano dei contratti part time per poter accudire i figli, la famiglia o, addirittura, viene imposto dall’azienda stessa. Ancora peggio se si osserva il reddito complessivo annuo di uomini e donne perché in Italia le donne che lavorano sono ancora poche. I dati Istat riguardanti il tasso di occupazione femminile evidenziano un 50,1%, registrando però tassi di disoccupazione molto elevata rispetto agli uomini.
Grazie al diversity management si possono ridurre queste differenze, rendendo sempre più equo il trattamento di uomini e donne sul posto di lavoro. Abbracciando queste disparità si migliorerà anche l’azienda, incrementando il commitment dei lavoratori e di tutti gli stakeholders che hanno un contratto con l’azienda, verso la promozione dell’equità e della diversità di genere come valori fondanti dell’organizzazione.
Non tutte le aziende adottano il diversity management, infatti, si notano ancora delle azioni di discriminazione di genere sul lavoro e questo è un aspetto negativo perché soffoca le opportunità, sprecando il talento. Per limitare al massimo o azzerare del tutto le discriminazioni, ci sono alcune attività fondamentali da implementare in azienda:
In aziende che adottano pratiche per diminuire le diversità di genere si può notare un aumento delle performance finanziarie di circa il 15 % rispetto alle altre aziende dello stesso settore.
Alcuni studi hanno dimostrato che in aziende eterogenee dal punto di vista del genere hanno una probabilità del 15% maggiore di conseguire performance finanziarie superiori rispetto al settore definite come aziende diverse (Hunt, Layton, Prince, 2015).
Inoltre, le aziende che adottano pratiche per aumentare la parità di genere nel lavoro ottengono un maggiore vantaggio competitivo e opportunità di mercato maggiori, grazie alla diversificazione del lavoro e alla promozione di offerte sempre più personalizzate e che rispondono alle esigenze del mercato.
Investendo sempre di più nel diversity management, quindi, le aziende potranno puntare su una maggiore creatività e innovazione interna, flessibilità e migliore capacità nel risolvere i problemi. Tutto ciò permetterà di raggiungere performance superiori.
Nella nostra azienda il tema è molto importante, infatti, il 50% delle nostre collaboratrici è donna e anche gli stipendi sono equi in relazione a ruolo e alla figura professionale. Per noi è fondamentale che ogni collaboratore si senta a suo agio, coinvolto e considerato all’interno del team. Non facciamo distinzioni di genere, per noi tutti sono importanti e collaboriamo per avere un obiettivo comune: totale dedizione al Cliente.
Nella tua azienda, invece, che tecniche utilizzi per azzerare la disparità di genere?
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