Può una persona neurodivergente diventare una leva fondamentale per l’evoluzione di un’azienda?
La domanda potrà sembrare provocatoria, ma il fatto è che molte aziende abbiano già trovato una risposta affermativa e inclusiva perché si sono accorte del potenziale delle neurodiversità.
Non tutti i cervelli funzionano nello stesso modo: la neurodivergenza, ovvero l’attitudine di alcuni individui ad approcciare la realtà e i concetti in modo diverso – non deve essere considerata un difetto, ma, se ben gestito, può diventare un’ottima leva strategica e di differenziazione per ogni azienda.
La neurodivergenza è una realtà che abbraccia una vasta gamma di differenze neurologiche, dall’autismo all’ADHD, dalla dislessia alla disprassia, fino alla sindrome di Tourette. Non sono “disabilità” da compensare, sono variazioni naturali del cervello umano che portano a modi unici di pensare e percepire il mondo.
Facciamo alcuni esempi pratici di successo: Richard Branson – Fondatore del Virgin Group, è dislessico, esattamente come Ingvar Kamprad, fondatore di IKEA. David Neeleman – Fondatore di JetBlue Airways ha la ADHD e uno per tutti Elon Musk, CEO di Tesla e SpaceX, è nello spettro autistico. Questo solo per citare i casi più eclatanti.
Rispetto alle persone neurotipiche, i pensatori neurodivergenti hanno la capacità di portare idee non convenzionali e soluzioni originali a problemi complessi. Spesso sono dotati di una forte capacità di Problem-solving e di una spiccata attenzione ai dettagli; hanno la capacità di “vedere schemi” tra le maglie dell’organizzazione del lavoro e riescono a prevedere flussi o percepire aree di miglioramento prima degli altri. Molti individui neurodivergenti eccellono in aree specifiche come le competenze tecniche, il riconoscimento di pattern, l’analisi dei dati, portandoli a un output di qualità superiore. Queste specificità si riflettono anche nelle intuizioni che l’azienda ha per produrre prodotti e servizi adatti a un pubblico davvero eterogeneo.
Gli individui neurodivergenti spesso dimostrano una notevole capacità di adattamento al cambiamento, rendendo l’organizzazione più resiliente in un mondo in costante evoluzione.
Non si tratta di avere un atteggiamento buonista: numerose ricerche confermano questi vantaggi – un team che abbraccia la neurodiversità e il pensiero non lineare che ne deriva può arrivare ad avere un aumento fino al 30% nel successo complessivo.
Talenti neurodivergenti: i punti di forza da valorizzare
Ovviamente ogni singola persona va valutata a sé, ma generalizzando è possibile delineare caratteristiche tipiche di chi è neurodivergente:
- Autismo: questa neurodivergenza genera attenzione eccezionale ai dettagli, ragionamento logico impeccabile, capacità di riconoscimento dei pattern e individuazione degli errori, memoria superiore alla media. Le persone con questa caratteristica sono ideali per ruoli che richiedono precisione e analisi approfondita, come data mining, business intelligence, testing software e compliance.
- ADHD: Chi è profilato in questo modo spesso ha pensiero creativo, capacità di multitasking, adattabilità ad ambienti mutevoli, spontaneità, socievolezza, flessibilità e iper-focalizzazione su interessi specifici.
- Dislessia: i dislessici hanno in genere una spiccata abilità visiva e creativa.
Chiaramente l’inserimento in azienda si scontra con la realtà quotidiana, abituata a una neurotipicità consolidata. Gli ambienti di lavoro non sono molto inclusivi, i colleghi spesso tendono a essere diffidenti, soprattutto di fronte alle diversità, ancor di più se non le conoscono. Inoltre alcune neurodivergenze generano difficoltà comunicative, e solo un team ben strutturato e coinvolto, con un management attento alle eventuali difficoltà, può arrivare ad avere il massimo da tutti gli attori coinvolti.
Quella delle neurodivergenze è senza subbio una sfida, ma è importante comprenderne il grandissimo potenziale. Generare un luogo di lavoro accogliente nel rispetto delle diverse necessità può essere una leva strategica straordinaria.
Nella tua azienda ci sono talenti neurodivergenti? Vengono valorizzati come meritano?