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Job rotation: cos’è e perché è importante?

La job rotation è quella strategia aziendale che prevede la rotazione degli incarichi assegnati a ogni lavoratore; quindi, nessuno all’interno dell’azienda ha delle mansioni fisse, ma periodicamente i dipendenti vengono assegnati a settori diversi dell’azienda, svolgendo compiti diversi.

La rotazione degli incarichi va a vantaggio dei lavoratori poiché arricchisce il percorso professionale di ciascuno, aumenta le competenze e potrebbe anche portare ad avanzamenti di carriera. Inoltre, i lavoratori sono consapevoli di come funziona, comprendono i processi velocizzandoli, ergo-aumenta il rendimento.

Vantaggi e svantaggi della rotazione del personale

La job rotation porta con sé moltissimi vantaggi, sia per i lavoratori che per l’azienda. Vediamone insieme qualcuno.

  • Maggiore motivazione: occupare lo stesso ruolo per un periodo troppo lungo potrebbe diminuire l’entusiasmo. Effettuare la rotazione degli incarichi aiuta chi ha la necessità di trovare nuovi stimoli. Con la job rotation, infatti, il dipendente si trova in un contesto completamente nuovo e quindi si rimette in gioco per dare del suo meglio.
  • Occasione per i senior: la rotazione del personale diventa di vitale importanza in quelle realtà aziendali composte particolarmente da senior. Grazie a questo sistema, i senior potrebbero trovare l’occasione di cambiare carriera, generando nuovi stimoli di crescita e una fortissima opportunità di un continuo apprendimento.
  • Aumento delle competenze: se il turnover aziendale viene effettuato in maniera coerente con il percorso professionale di ogni risorsa, questo porterà sicuramente a un aumento delle competenze.
  • Allocazione più efficiente di risorse: la job rotation migliora la distribuzione delle risorse avvantaggiando sia l’impresa che il dipendente.

Alcune aziende non effettuano la rotazione degli incarichi poiché potrebbero rinunciare a una risorsa valida per quel compito per dare spazio a una dipendente che potrebbe non essere all’altezza. Questo è uno degli svantaggi che portano le aziende a rinunciare a questa strategia. I processi di turnover aziendale hanno un altro grado di rischio, dato dall’incertezza del cambiamento e che potrebbero portare a conseguenze negative.

Tipologie di job rotation

La rotazione del personale può cambiare in base alle esigenze delle aziende e possiamo infatti trovare diverse tipologie di job rotation.

  • Job rotation orizzontale: si definisce così la rotazione che avviene su ruoli di pari livello organizzativo all’interno di uno specifico settore. Il suo scopo è quello di far acquisire alla risorsa maggiori competenze tecniche e manageriali che sono vicine alla posizione che già si ricopre.
  • Job rotation verticale: è la rotazione che ha bisogno di vari step di promozione in ruoli di crescente responsabilità e importanza. La risorsa quindi nel cambiare posizione subisce una crescita di livello.
  • Job rotation interfunzionale: la rotazione degli incarichi avviene su più aree e ruoli aziendali con lo scopo di far assumere al collaboratore una conoscenza del business aziendale allargata.
  • Percorsi di crescita interfunzionale: è una rotazione messa in atto solo dalle aziende internazionali o multinazionali dove è necessario favorire dei percorsi di crescita in altri paesi del gruppo. In questo modo si favorisce anche un’integrazione più ampia tra le risorse.

Importanza del turnover aziendale

Il turnover aziendale è molto importante perché migliora l’efficienza aziendale e sviluppa un aumento delle competenze nelle risorse. Inoltre, con un incremento della concorrenza e della competitività nel mercato, la rotazione del personale rende l’azienda sempre più flessibile e in grado di sfruttare al meglio le competenze e le conoscenze della popolazione aziendale.

La strategia della job rotation viene adottata anche nella tua azienda?

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Lavorare ascoltando musica: giusto o sbagliato?

Lavorare ascoltando musica è ormai un’azione molto comune per chiunque, sia che stia lavorando o studiando. La musica ha un potere enorme sulle persone, perché, quando ascolta musica, il cervello riesce a concentrarsi e lavorare meglio e rilascia nel corpo la dopamina, sostanza che permette di rilassarsi ancora di più.

La musica influisce molto anche sul nostro stato d’animo e di conseguenza ci aiuta ad affrontare le difficoltà di ogni giorno.

Ma ascoltare musica sul posto di lavoro ci aiuta davvero o ci ostacola?

Musica e lavoro sono due termini che non tutti possono accettare insieme, ad esempio alcuni datori di lavoro reputano una distrazione l’ascolto di musica o temono che possa dare l’impressione ai clienti che i collaboratori non si stiano impegnando nella propria attività, invece molti studi, come una ricerca del Mindlab International, hanno dimostrato che lavorare ascoltando musica aiuti molto nello svolgimento delle attività. Questo perché lavorare con la musica in sottofondo incrementa la produttività, il grado di attenzione, diminuisce lo stress e genera benessere generale.

Nel momento in cui si parla di lavoro e musica abbiamo un effetto positivo molto importante, come la stimolazione neuronale. Quest’ultima è provocata da vibrazioni musicali, che aumentando l’elasticità mentale, permettono di aumentare la creatività. In questo modo si riescono a trovare nuove soluzioni ai problemi, nuove idee che senza l’introduzione della musica non si sarebbero sviluppate.

Lavorare con la musica in sottofondo riesce a migliorare anche l’ambiente di lavoro, migliorando la motivazione nello svolgere un determinato compito e renderlo addirittura piacevole.

Vantaggi di lavorare ascoltando musica

Parlando di vantaggi nell’ascoltare la musica per concentrarsi e lavorare meglio troviamo:

  • Musica e lavoro è un binomio perfetto per favorire creatività ed equilibrio emotivo,
  • Migliora la comunicazione e le relazioni interpersonali nei luoghi di lavoro.
  • Lavorare ascoltando musica fa calmare e rilassare e permette di svolgere i compiti assegnati con un maggiore senso di leggerezza.
  • Scegliere il genere giusto e il ritmo giusto è fondamentale per alleviare lo stress durante il lavoro.
  • La musica per lavorare e concentrarsi migliora il multitasking: la musica con il giusto ritmo e con un testo legato concettualmente al lavoro da svolgere, stimola l’esecuzione dei compiti.
  • Aiuta nella concentrazione ascoltare un suono familiare, che non ha bisogno di molta attenzione e quindi di conseguenza porta l’individuo ad essere maggiormente attento sul lavoro da svolgere.

Come scegliere la musica da ascoltare per lavorare e concentrarsi?

Per concentrarsi al meglio la soluzione ottimale è quella di lavorare con la musica in sottofondo già conosciuta perché essendo familiare aiuta a non distrarsi prestando attenzione alle strofe.

Alcuni esempi di musica per lavorare e concentrarsi sono:

  • la classica: è ideale per chi svolge un lavoro creativo, favorendo l’immaginazione e diminuisce l’ansia.
  • L’elettronica: ideale per quelle attività ripetitive o dove è richiesta molta concentrazione, come contabilità.
  • La musica jazz, indie rock, hip-hop, blues: per chi svolge un lavoro di precisione, i programmatori, aumentando l’attenzione.
  • I suoni della natura: perfetti per qualsiasi lavoro e momento, rilassano e generano pensieri e sentimenti positivi e aumentano la produttività e l’impegno.

Ascoltare musica sul posto di lavoro può rendere l’atmosfera molto più piacevole date le diverse ore da trascorre in ufficio.

Anche tu ascolti musica mentre lavori?

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L’importanza della sostenibilità aziendale

La sostenibilità aziendale è l’adozione di pratiche “green” in azienda, una serie di azioni organizzative e gestionali che riducono l’impatto delle attività all’interno delle imprese sull’ecosistema. Tutto questo viene integrato alla strategia aziendale, introducendo la sostenibilità nelle aziende.

Un’azienda è definita azienda ecosostenibile nel momento in cui mette al centro le azioni, i comportamenti e le scelte di sviluppo che non si focalizzano solo sul breve termine ma soprattutto sul lungo termine. Quindi, la sostenibilità aziendale è proprio quella visione di sviluppo delle azioni verso il futuro.

I tre aspetti importanti per rendere un’azienda sostenibile

Le aziende ecosostenibili sono quelle che riescono a integrare nel proprio modello di business tre aspetti importanti:

  • Sostenibilità ambientale: significa la tutela dell’ambiente. Per essere un’azienda sostenibile bisogna ridurre l’impatto ambientale nelle fasi produttive ed essere attenti al consumo delle risorse naturali.
  • Sostenibilità sociale: la sostenibilità è anche delle persone e della società. La sostenibilità aziendale viene realizzata garantendo giustizia e uguaglianza del trattamento dei dipendenti e gestendo ogni forma di discriminazione. La sostenibilità in azienda si traduce con la creazione di condizioni di sicurezza sul posto di lavoro e senso di appartenenza.
  • Sostenibilità economica: l’azienda ecosostenibile riesce a creare valore attraverso la produzione di oggetti o servizi che permettono il miglioramento della vita delle persone.

Linee guide da rispettare per le aziende impegnate per l’ambiente

Ogni azienda per poter essere definita come azienda sostenibile deve seguire delle linee guida che permettono di raggiungere la sostenibilità in azienda.

  • Produzione di energia da fonti alternative
  • Recupero di scarti e prodotti
  • Ottimizzazione della logistica
  • Innovazione di prodotto
  • Efficienza nei processi produttivi e/o nelle strutture di staff
  • Rispettare le leggi di sostenibilità mondiali e nazionali
  • Intervento nei processi produttivi per renderli più sostenibili
  • Tutelare i lavoratori e i dipendenti
  • Valutare l’impatto dell’azienda sulla comunità in cui si inserisce

Aziende e sostenibilità: il ruolo delle imprese

La sostenibilità aziendale si raggiunge se si è in grado di intervenire su due aspetti importanti per la sostenibilità, ossia:

  • Prodotti: ci si rivolge soprattutto all’esterno e riguarda la definizione di prodotti sostenibili, in cui la sostenibilità viene vista come un catalizzatore per la crescita e l’innovazione dell’azienda sostenibile. Si lavora anche sul posizionamento strategico dove la sostenibilità rappresenta un elemento fondamentale per la crescita aziendale.
  • Processi: si rivolge verso l’interno e permette di ridefinire i processi per la sostenibilità in azienda, definendo una maggiore eco-efficienza.

Vantaggi e svantaggi della sostenibilità aziendale

Le aziende impegnate per l’ambiente ottengono molti benefici, vantaggi come anche degli svantaggi, da non sottovalutare.

I benefici e i vantaggi di un’azienda ecosostenibile sono:

  • Miglioramento del clima organizzativo e dei processi interni
  • Posizionamento strategico
  • Opportunità di business
  • Impatto sulla cultura interna
  • Competitività sul mercato
  • Sviluppo di prodotti e processi innovativi
  • Riduzione dei costi
  • Miglioramento dell’immagine

Gli svantaggi, invece, di avere la sostenibilità nelle aziende sono:

  • Complessità della reportistica
  • Flussi documentali
  • Aggravi organizzativi
  • Incrementi costi

Come possiamo notare i benefici di essere un’azienda sostenibile sono talmente tanti che riescono a rendere meno gravi i lati negativi, di fatti sono pochi.

Concludendo, introducendo la sostenibilità nelle aziende si riesce a impattare meno sull’ambiente e aiutare il clima.

La tua azienda si può definire come un’azienda ecosostenibile?

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Digitalizzazione aziendale: quando la tecnologia incontra il mondo del lavoro

La digitalizzazione aziendale è la sfida che le aziende devono affrontare per rimanere competitive all’interno di un mercato in costante evoluzione. È quel processo di trasformazione che coinvolge tutte le aree di un’impresa dopo un’attenta pianificazione a livello strategico, in modo da implementare gli strumenti e le tecnologie digitali per rendere sempre più efficienti i flussi di lavoro.

La digital trasformation in azienda permette di sfruttare le opportunità che vengono offerte dalle nuove tecnologie per automatizzare le attività e rendere i processi aziendali più fluidi e veloci, un questo modo di ottimizzerà anche il business aziendale.

La digitalizzazione aziendale è una trasformazione globale che:

  • Automatizza l’intera gestione
  • Crea nuovi canali di condivisione e vendita
  • Raccoglie, elabora e sincronizza dati per la gestione dei cicli produttivi, della movimentazione e distribuzione delle merci.

Cosa si intende per digitalizzazione?

La digitalizzazione vuol dire semplificazione e risparmiare grazie all’utilizzo della tecnologia. Quindi, nella digitalizzazione aziendale si abbandonano tutti gli strumenti tradizionali per alleggerire i flussi di lavoro e accelerare le attività e le procedure legate al marketing, alle vendite, al customer care e ad ogni parte dell’azienda.

La digitalizzazione del lavoro porta con sé nuove modalità di partecipazione a spazi di lavoro, non più limitati a un particolare contesto, ma che sono condivisibili anche a distanza, riunioni in videoconferenza o assistenza ai clienti via chatbot.

Tecnologia e lavoro: la trasformazione digitale nel mondo HR

La digital trasformation realizza anche dei cambiamenti al mondo del lavoro, come quello del mondo HR. Infatti, per integrare tecnologia e lavoro si necessita di una riprogettazione dell’organizzazione e dei processi, nuove pratiche e modelli culturali e leadership distribuita, e cambia anche il modo di fare recruiting, grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie.

I digital HR manager prendono sempre più coscienza dell’utilizzo di strumenti tecnologici per sfruttarli al meglio per il proprio servizio, governandoli strategicamente. Possiamo parlare di una digitalizzazione aziendale innovativa, che ottimizza i tempi e le procedure per potenziarsi di conseguenza.

Step per integrare efficacemente la digitalizzazione in azienda

Quando si parla di digital trasformation in azienda bisogna rivedere tutta la strategia aziendale e i vari processi produttivi. Come primo passo per la digitalizzazione delle aziende è importante effettuare una riorganizzazione interna con l’introduzione di professionisti in campo digitale. Il tutto gestito da una figura competente che gestisca l’intero processo.

Come secondo step per facilitare la digitalizzazione del lavoro troviamo l’introduzione di tecnologie che rendono tutti i processi più fluidi, efficienti e veloci. Ad esempio, la PEC (posta elettronica certificata).

Vantaggi della digitalizzazione delle aziende

Per quanto riguarda i vantaggi della digitalizzazione troviamo:

  • Risparmio di spazio, tempo e risorse: tutto questo eseguito tramite il cloud, riducendo l’utilizzo della carta che si traduce in un risparmio economico, riduzione di spazio e riduzione dell’inquinamento ambientale.
  • Sicurezza: la digital trasformation permette l’introduzione di nuove tecnologie per l’archiviazione dei dati in sicurezza grazie al backup in cloud.
  • Comunicazione più efficace: la digitalizzazione aziendale semplifica i passaggi di informazioni tra i membri del team, comunicando i valori aziendali tramite i diversi mezzi con l’obiettivo di aumentare la visibilità dei prodotti e servizi offerti.

Il digitale ormai è una realtà, un elemento che ormai ogni azienda sfrutta a proprio vantaggio e ottiene risultati positivi nel mercato di riferimento e anche internamente.

Il team P&S People Solutions offre delle soluzioni anche in ambito digitale, soluzioni su misura per ogni esigenza, come la Business Intelligence o gli Applicativi Zucchetti. Non esitare a contattarci e riceverai tutte le informazioni di cui hai bisogno.

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Maternità e lavoro: il congedo di maternità e il congedo di paternità in breve

congedo parentale e maternità

Maternità e lavoro: il congedo di maternità e il congedo di paternità in breve

Maternità e lavoro sembrano due temi inconciliabili, ma proprio per questo la legge tutela i neogenitori con importanti normative che è bene tener presente quando si sta per avere un bambino.  Ma come si articolano il congedo di maternità e il congedo di paternità e le normative relative?

La prima direttiva da tenere presente è l’Art. 37 della Costituzione: “La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale e adeguata protezione”.

Altro testo importante che ha presentato modifiche per quanto riguarda il congedo parentale è il “Testo unico per la tutela e il sostegno della maternità e della paternità” emanato dal d.lgs. n.151/2001 e nel d.lgs. n.80/2015, in attuazione del Jobs Act.

Ma vediamo nel dettaglio in cosa consiste il congedo di maternità e il congedo di paternità.

Cosa s’intende per congedo di maternità e congedo di paternità?

Per conciliare maternità e lavoro è previsto un congedo di maternità obbligatorio che equivale a un periodo di astensione obbligatoria dal lavoro.

Ma quanto dura la maternità obbligatoria? Ha una durata totale di 5 mesi e può essere gestita in diverso modo, ad esempio 2 mesi prima del parto e 3 mesi dopo, oppure 1 mese prima del parto e 4 mesi dopo, oppure ancora 5 mesi successivi al parto.

Durante questo periodo la neomamma percepisce una sostituzione alla retribuzione, ossia un’indennità di maternità pari all’80%.

Per congedo di paternità, invece, s’intende quell’indennità che spetta al padre nel momento in cui alcune situazioni impediscono alla madre di beneficiare del congedo di maternità e il diritto di astensione dal lavoro e indennità spetta al padre.

Come funziona il congedo parentale?

Il congedo parentale sta a rappresentare, oltre al periodo di maternità obbligatoria, quel periodo in cui i genitori possono assentarsi dal luogo di lavoro, in modo facoltativo, per un ulteriore periodo retribuito parzialmente, periodo di massimo 10 mesi nei primi 12 mesi di vita del bambino/a. Questo periodo può essere anche fruibile a fasce orarie.

In alternativa, c’è anche la possibilità di rinunciare al congedo parentale trasformando il contratto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale. Ma tale diritto è fruibile solo una volta sempre che l’orario di lavoro non ecceda del 50 % rispetto all’orario a tempo pieno.

Come funziona la maternità per il datore di lavoro?

Il datore di lavoro, quando si parla di maternità, ha l’obbligo di rispettare tutti i diritti per la neomamma e neogenitori, previsti dalla normativa dedicata a maternità e lavoro, e inoltre, deve rispettare tutti quei divieti che vengono imposti alle madri lavoratrici nell’orario di lavoro per poter proteggere la loroicurezza, la loro salute e quella del bambino. Se il datore di lavoro non rispettasse queste direttive potrebbe essere punito con l’arresto fino a 6 mesi.

Inoltre, deve garantire dei permessi di riposo, previsti per le mamma in fase di allattamento e in caso di handicap gravi del proprio figlio.

Durante il periodo di maternità, ogni neomamma ha diritto all’80% dello stipendio completo che arriva sottoforma di assegno di maternità, il quale si richiede tramite il sito dell’INPS o rivolgendosi anche al CAF. Ma entro quando va presentata la domanda di maternità? Entro il settimo mese di gravidanza.

Dopo la maternità obbligatoria: maternità facoltativa o rientro al lavoro

Successivamente al periodo di maternità obbligatoria, la mamma può scegliere di procedere con la maternità facoltativa al 30%, oppure può scegliere di rientrare a lavoro e per i contratti full-time ha diritto a due ore di allattamento al giorno fino al compimento dell’anno del bambino. Al contrario, i contratti part-time avranno a disposizione solo un’ora al giorno.

Per sapere nel dettaglio tutti i particolari potete consultare la circolare redatta dai nostri consulenti del lavoro per quanto riguarda il congedo parentale.

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“Lo stress da lavoro correlato”: come ridurlo

Lo stress da lavoro correlato è una realtà che si sviluppa molto frequentemente nelle aziende, non solo per i dipendenti ma anche per i manager, causando malcontento generale. In alcuni casi, anche delle situazioni in cui i dipendenti hanno lasciato il posto di lavoro proprio per il troppo stress accumulato.

Ma come fare per combattere lo stress? Come afferma Dorothea Herm (Director of People & Organization di Babbel), se all’interno dell’azienda non si creeranno dei giusti processi che sono in grado di fornire una solida base per conversazioni e confronti, è molto facile perdere la concentrazione, la direzione e perdere di vista gli obiettivi: proprio per questo bisogna creare un ambiente di lavoro che sia in grado di ridurre lo stress.

Per combattere lo stress si deve cercare sempre di costruire un luogo di lavoro equo e libero dai pregiudizi, un posto in cui le persone si sentano a proprio agio ed essere sé stesse. Questo può essere rafforzato da una comunicazione trasparente, consentendo la flessibilità degli orari di lavoro, oppure ancora con la possibilità di lavorare a distanza con modalità ibride.

Sintomi da stress: la sindrome.

Nell’accordo europeo dell’8/10/2004 viene indicato lo stress da lavoro correlato come un problema che ha dei sintomi e può colpire qualsiasi azienda e qualsiasi lavoratore. Prendere in considerazione questo problema permette già di avere una maggiore efficienza e un netto miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza sul lavoro, e di conseguenza porta a benefici economici e sociali per le aziende, lavoratori e società.

L’obiettivo dell’accordo è quello di migliorare la consapevolezza e la comprensione dei sintomi dello stress da parte dei datori di lavoro, lavoratori e rappresentanti, focalizzandosi soprattutto sulle cause che hanno portato a situazioni di ansia e non colpevolizzare nessuno, poiché è una situazione che può essere causata da diversi fattori.

L’accordo continua dicendo che lo stress da lavoro eccessivo può trasformarsi in una vera e propria sindrome, chiamata “Burnout”, indicando una condizione di esaurimento emotivo derivante dall’eccesso di ansia causata dalle varie condizioni di lavoro e altri fattori della sfera personale. In questi casi, lo stress da lavoro correlato si trasforma in un sistema di difesa rispondendo alla tensione distaccandosi emozionalmente con conseguenti difficoltà di adattarsi ai cambiamenti.

Come combattere lo stress da lavoro?

Per sapere come diminuire lo stress da lavoro correlato bisogna essere a conoscenza di alcune strategie che possono essere prese in considerazione. Tra queste possiamo citare l’informarsi sugli obiettivi e le aspettative da perseguire, poiché potrebbero risultare poco chiari. Ad esempio, si può optare di fissare degli obiettivi insieme al manager e dialogare per trovare la strategia migliore e la tempistica più adatta.

Un altro punto debole che può generare lo stress da lavoro correlato può essere l’incapacità di gestire le critiche, considerando tutto come un affronto, un attacco, ottenendo delle situazioni di malcontento e di stress. La cosa importante sta nel non prendere mai nulla sul personale, di considerare che tutti possono sbagliare e bisogna anche evitare di mettersi sulla difensiva, ma anzi proporre sempre nuove azioni. È importante dare sempre le giuste priorità fissando delle scadenze realistiche.

Sapersi disconnettere a fine giornata lavorativa è un punto da tenere sempre in considerazione per ridurre lo stress, questo permetterà di concentrarsi maggiormente sulla propria vita privata. Bisogna sempre cercare di congratularsi con sé stessi, essere fieri e porsi sempre degli obiettivi da raggiungere.

Gli obiettivi principali di ogni azienda

L’obiettivo dell’azienda è quello di tutelare la sicurezza e la salute dei lavoratori. Per farlo basta ricorrere a varie misure collettive e individuali, trovando dei rimedi contro lo stress. Una volta definite, le misure antistress devono essere riesaminate valutandone l’efficacia e stabilendo se vengono utilizzate delle risorse disponibili, appropriate e necessarie. Tra queste misure troviamo:

  • Le misure di gestione e di comunicazione, le quali permettono di chiarire gli obiettivi aziendali e il ruolo di ciascun lavoratore, di assicurare un sostegno adeguato dall’organizzazione e del team di lavoro. Ci deve essere coerenza di responsabilità e controllo sul lavoro, migliorando i processi, condizione e ambiente di lavoro.
  • La formazione di dirigenti e lavoratori migliorando la consapevolezza e comprensione nei confronti dei sintomi da stress, possibili cause e il giusto modo di affrontarlo.
  • Informazione e consultazione dei lavoratori e dei loro rappresentati.

Cercare di realizzare un ambiente lavorativo che riduca al minimo lo stress da lavoro correlato è fondamentale anche per il successo dei vari obiettivi che l’azienda si pone.

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Welfare aziendale: come migliorare il clima aziendale

All’interno di un’azienda il vero capitale è dato proprio dai dipendenti, per questo il loro benessere è una necessità fondamentale a cui l’azienda deve rispondere, per favorire un clima e un’operatività positiva. Per fare ciò, le aziende hanno come strumento il welfare aziendale.

Il welfare aziendale è un modo che permette di rendere più coinvolgente il luogo di lavoro, offrendo dei benefici e aumentando il benessere sia per i dipendenti che per i datori di lavoro.

Per welfare aziendale si intendono tutte quelle iniziative, beni e servizi che vengono messi a disposizione dall’impresa per sostenere il reddito, accrescendo il potere di spesa, la salute e il benessere dei dipendenti con contratto a tempo indeterminato.

Rappresenta un supporto ai dipendenti di vari settori lavorativi, regolati dai CCNL, Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro, che permette di aumentare il benessere sul lavoro e migliorare il clima aziendale.

All’interno del welfare aziendale rientrano molti benefits, da non confondere con gli aiuti economici o aumenti di stipendio. Anzi, sono dei modi per sostenere i dipendenti permettendo di risparmiare sulla spesa, attraverso l’utilizzo di voucher, ticket o rimborsi.

Quali sono i benefits che il welfare offre?

È proprio il dipendente stesso a scegliere di quali benefici usufruire, in base alle proprie necessità. Tra i benefici che il welfare offre, possiamo citare:

  • Ticket restaurant e buoni spesa: i quali possono essere utilizzati durante la sua pausa pranzo dove preferisce oppure per alleggerire la spesa settimanale;
  • Rimborsi spese mediche: rimborso sia delle spese mediche del dipendente sia delle spese dei suoi familiari: coniuge, figli, genitori, fratelli/sorelle;
  • Auto aziendale: per esigenze di lavoro;
  • Telefono aziendale: per esigenze di lavoro così da non utilizzare il proprio cellulare durante le ore lavorative;
  • Servizi di supporto medico ai dipendenti: assistenza medica;
  • Fornitura di strumenti tecnologici;
  • Sconti in negozi affiliati;
  • Tasse scolastiche per i figli: i dipendenti hanno la possibilità di ottenere un rimborso per le tasse scolastiche;
  • Sostengo all’istruzione: i dipendenti hanno delle agevolazioni sui libri di testo e su asili nido;
  • Attività culturali e ricreative; sconti per quanto riguarda i viaggi ricreativi e tutte le attività ricreative e culturali;
  • Baby-sitting e cura degli anziani: buoni per i servizi di baby-sitter e per la cura degli anziani.

La presenza di questo programma di welfare aziendale migliora molto l’immagine dell’azienda e anche il rapporto con i dipendenti, che si sentiranno maggiormente integrati e considerati, aumentando la loro fiducia nell’organizzazione. Questo supporto può essere vissuto come un premio per il proprio impegno e la propria produttività.

I dipendenti sono il vero capitale di un’azienda, quindi utilizzando bene questo servizio si fidelizza molto il dipendente e si potrebbe, inoltre, ridurre il turnover. Un altro vantaggio importante è quello di natura fiscale che dà la possibilità di dedurre i costi delle prestazioni di welfare, ai fini Ires ed Irap.

Una delle piattaforme utilizzate da P&S per usufruire di questo servizio è ZWelfare, la piattaforma Zucchetti per le aziende che permette di attivare tutti i servizi di welfare e offrire vantaggi anche ai dipendenti.

Se sei interessato a implementare un servizio welfare all’interno della tua azienda possiamo fare molto per te: contattaci e saremo felici di mostrarti le potenzialità di questo servizio.

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Time management: i segreti per gestire al meglio le attività aziendali.

I software che agevolano l’organizzazione interna.

Essere in grado di organizzare e scadenzare le attività lavorative permette di avere un triplice vantaggio in termini di produttività, efficacia ed efficienza. La produttività aziendale deriva infatti dalla pianificazione efficace del lavoro e dalla corretta organizzazione della tempistica delle attività da svolgere. Sicuramente essere in grado di riconoscere le priorità e di definire scadenze concrete è una delle migliori strategie per ottimizzare il tempo.

Ma cosa si intende per ottimizzare?

Il time management è una tecnica che permette di ripianificare il tempo di lavoro sotto diversi punti di vista. La buona notizia è che ci sono tecnologie che possono venirci in aiuto qualora decidessimo di migliorare le nostre attività produttive, dalla pianificazione all’esecuzione. Attenzione però a non cadere nella trappola del minor tempo: diminuire i tempi va bene affinché vi sia un ritorno a livello di benessere e di conseguenza anche a livello di produttività, cosa forse scontata ma che non sempre va di pari passo, come suggerisce il famoso detto “la fretta è una cattiva consigliera”.

Per questo motivo, per pensare di rimodulare e rivedere le fasi dei processi lavorativi è necessario investire tempo ed energie per capire come farlo e a chi affidarsi. Ci vuole sicuramente un investimento di tempo e risorse iniziale per ripensare e ridisegnare le dinamiche interne ma se ben strutturato questo delicato passaggio permetterà di raggiungere risultati concreti e ambiziosi.
Spesso le aziende vivono la gestione del personale e di tutto ciò che è ad esso connesso come un enorme sforzo di tempo e risorse e per questo P&S People Solutions da oltre 25 anni accompagna e sostiene i Clienti desiderosi di trovare e affidarsi a tecnologie valide, come i software Zucchetti. Da sempre forniamo strumenti specifici di sostegno e introducendo nuove figure professionali all’interno del Team abbiamo ampliato l’offerta e la resa dei nostri servizi.

Il cuore pulsante di P&S People Solutions è senz’altro il servizio di outsourcing del payroll ma grazie alla visione futuristica dei due Soci fondatori è stato possibile captare e anticipare tutte le esigenze connesse alla gestione del personale. Questa visione ha permesso di ampliare i servizi offerti implementando la struttura ed introducendo uffici di Tecnici applicativi, di Consulenti del Lavoro e di Tecnici Informatici in grado di dare assistenza in modo mirato e repentino, proprio in un’ottica di risparmio di tempo ed energie oltre che, di conseguenza, di risorse economiche e capitale umano. Avere un partner che alleggerisca il lavoro e fornisca un metodo di lavoro integrato e in sintonia con le proprie esigenze permette infatti di impiegare il tempo risparmiato per investire su altri fronti.

Questo articolo è il frutto di un confronto con Jobtech, la prima agenzia per il lavoro 100% digitale in Italia. Se l’argomento è la gestione del tempo all’interno delle aziende in ottica di ottimizzazione dei processi, Jobtech è il partner ideale con cui discuterne: grazie alla tecnologia – sviluppata internamente – di cui si sono dotati, agevolano ogni segmento delle attività HR: dalla ricerca e selezione, alla somministrazione di lavoro, allo staff leasing.

P&S People Solutions e Jobtech credono fortemente nell’integrazione sinergica tra tecnologia e componente umana: in ottica di innovazione, progresso e snellimento di tutte quelle pratiche che non rappresentano un valore aggiunto dal punto di vista umano.

Se sei interessato/a ad approfondire tutti questi aspetti non esitare a contattarci: saremo felici di supportarti verso il cambiamento.

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Nearworking: la “variante” dello smart working

Lavorare vicino casa: ridisegnare spazi, tempi e modelli di lavoro per guardare al futuro.

Da settembre sarà forse possibile vivere e lavorare in una “città a 15 minuti”, nuova espressione per definire una città a misura di lavoratore. Sembrerebbe infatti intravedersi un nuovo modo di concepire il lavoro a distanza e lo smart working: e se il luogo di lavoro si avvicinasse a casa? Con la pandemia già sperimentato queste metodologia che adesso è stato superato da un nuovo concetto, ancora più evocativo di vicinanza e comodità: ossia il nearworking. La parola che riassume bene questo concetto è proprio “prossimità”.

Il Comune di Milano ha promosso questa nuova modalità lavorativa all’insegna di una tutela ambientale: riducendo gli spostamenti, si risparmia tempo e diminuisce notevolmente il tasso di inquinamento.

Questo rivisitazione professionale introdotta dal Piano organizzativo del Lavoro (POLA), permetterebbe di dire stop ai cosiddetti “quartieri dormitorio” per dare vita a distretti commerciali che rilancino l’economia di prossimità.

L’intento delle istituzioni è quello di creare spazi che permettano ai lavoratori di usufruire di una connessione senza fili e di postazioni per installare i computer, un coworking ubicato nelle vicinanze del proprio domicilio.
Se davvero il lavoro fosse raggiungibile in soli 15 minuti dalla propria abitazione oltre che a conciliare vita privata e lavorativa andremmo incontro a molteplici vantaggi.

Incoraggianti le parole di Cristina Tajani, Assessora alle Politiche del Lavoro del Comune di Milano: “Dobbiamo […] limitare gli effetti negativi del lavoro agile, come il confinamento domestico, ed enfatizzarne quelli positivi, come […] la migliore conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro”. La Giunta comunale meneghina intravede in questa innovazione la possibilità di decongestionare il traffico cittadino partendo proprio dai dipendenti pubblici fino ad estendere questa opportunità ai settori privati.

Tra le altre migliorie ritroviamo la rinnovata flessibilità oraria che va di pari passo con un investimento sostanziale nella digitalizzazione dei processi: dotazione tecnologica e formazione digitale per il personale dipendente. Questo perché il desiderio è quello di approdare verso un’amministrazione più efficiente e attenta alle mutazioni dei tempi della città e del lavoro.

Fondamentale è la collaborazione con il settore privato, che metterà a disposizione alcune sedi per i lavoratori del Comune, otterrà impatti positivi su sostenibilità ambientale nonché un radicale miglioramento della qualità della vita e della conciliazione vita-lavoro dei lavoratori. 

Occorre ripensare gli spazi, non più fissi ma dinamici grazie a un’offerta articolata di sedi sul territorio cittadino che il lavoratore può prenotare. Tra gli aspetti più importanti l’adozione di un piano di cyber-security che garantisca un’adeguata protezione dei dati; i computer fissi resteranno un lontano ricordo: lasceranno il posto a postazioni fatte da laptop e smartphone.

Tra le nuove sfide l’adozione di programmi per un lavoro condiviso che avverrà da remoto tramite l’ausilio di sistemi di videoconferenze, di archiviazione “cloud” e messaggistica condivisa. 

Insomma sembra proprio che la parola working venga accompagnata sempre più da nuovi aggettivi: da smart, passando per agile e adesso anche vicino.

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Il futuro dello smart working: vantaggi concreti e tangibili per lavoratori ed imprese.

il futuro dello smart working

Il futuro dello smart working: vantaggi concreti e tangibili per lavoratori ed imprese.

I vantaggi dello smart working per lavoratori ed imprese come strumento di Welfare aziendale

Il lavoro agile, altresì chiamato smart working, nasce come prerogativa di libertà data al dipendente per lavorare in modo più produttivo gestendo al meglio impegni privati o familiari. Chi non desidera riuscire a conciliare vita privata e lavorativa?
Evitare il traffico per raggiungere il luogo di lavoro, avere più tempo a disposizione per se stessi e ritagliarsi dei momenti di relax è un po’ il sogno di tutti.

Nato come strumento di welfare aziendale, acquisisce il valore di lavoro flessibile e dinamico che prevede una riorganizzazione del tempo, delle attività, degli spazi ma anche degli strumenti necessari a svolgere le mansioni assegnate non più negli spazi d’ufficio. 

In questa condizione di libertà e fiducia risulta essere un mezzo efficace per raggiungere il famoso equilibrio tra sfera privata e lavorativa

Ma come viene normato? La legge cardine è la numero 81 del 2017.

Nella Gazzetta Ufficiale viene definito come “una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti […] con forme di organizzazione per obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro”. 
Si comprende facilmente come questa nuova modalità lavorativa sia incentrata sul benessere del dipendente che, se stimolato correttamente tramite obiettivi, in cambio di un po’ di libertà sarà pronto a dare il meglio di sé ed essere più produttivo. 
Ovviamente questo nuovo accordo si basa su una grande responsabilità: il lavoratore deve dimostrarsi all’altezza di organizzare e pianificare le attività lavorative e famigliari. 

Lavoro agile: uno spunto di riflessione per migliorare il benessere dei dipendenti

Quali migliorie ha apportato lo smart working? Finalmente abbiamo rimesso la persona al centro del processo.
Lo smart working permette di
lavorare per obiettivi riconoscendo il potenziale delle risorse senza più focalizzarci sul solo tempo lavorato. Le persone si sono sentite dare fiducia e hanno investito al meglio nel loro nuovo modo di lavorare. 
La pandemia ha sicuramente accelerato e contribuito a far conoscere questa nuova realtà imponendoci un cambiamento repentino: a livello lavorativo si prefigura una nuova frontiera. 

I tre vantaggi e le prospettive intraviste

  1. Lo smart working ha incrementato il benessere dei dipendenti, la produttività e il buon umore delle persone.
  2. Imprese e lavoratori hanno risparmiato sia in termini di tempo che di denaro.
  3. Ci ha permesso di dedicarsi ad attività piacevoli: tanti hanno riscoperto il piacere dell’attività sportiva e altri hanno coltivato vecchie passioni.

Che dire: questa strategia si è rivelata win-win!

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