Categorie
Blog

Digitalizzazione aziendale: quando la tecnologia incontra il mondo del lavoro

La digitalizzazione aziendale è la sfida che le aziende devono affrontare per rimanere competitive all’interno di un mercato in costante evoluzione. È quel processo di trasformazione che coinvolge tutte le aree di un’impresa dopo un’attenta pianificazione a livello strategico, in modo da implementare gli strumenti e le tecnologie digitali per rendere sempre più efficienti i flussi di lavoro.

La digital trasformation in azienda permette di sfruttare le opportunità che vengono offerte dalle nuove tecnologie per automatizzare le attività e rendere i processi aziendali più fluidi e veloci, un questo modo di ottimizzerà anche il business aziendale.

La digitalizzazione aziendale è una trasformazione globale che:

  • Automatizza l’intera gestione
  • Crea nuovi canali di condivisione e vendita
  • Raccoglie, elabora e sincronizza dati per la gestione dei cicli produttivi, della movimentazione e distribuzione delle merci.

Cosa si intende per digitalizzazione?

La digitalizzazione vuol dire semplificazione e risparmiare grazie all’utilizzo della tecnologia. Quindi, nella digitalizzazione aziendale si abbandonano tutti gli strumenti tradizionali per alleggerire i flussi di lavoro e accelerare le attività e le procedure legate al marketing, alle vendite, al customer care e ad ogni parte dell’azienda.

La digitalizzazione del lavoro porta con sé nuove modalità di partecipazione a spazi di lavoro, non più limitati a un particolare contesto, ma che sono condivisibili anche a distanza, riunioni in videoconferenza o assistenza ai clienti via chatbot.

Tecnologia e lavoro: la trasformazione digitale nel mondo HR

La digital trasformation realizza anche dei cambiamenti al mondo del lavoro, come quello del mondo HR. Infatti, per integrare tecnologia e lavoro si necessita di una riprogettazione dell’organizzazione e dei processi, nuove pratiche e modelli culturali e leadership distribuita, e cambia anche il modo di fare recruiting, grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie.

I digital HR manager prendono sempre più coscienza dell’utilizzo di strumenti tecnologici per sfruttarli al meglio per il proprio servizio, governandoli strategicamente. Possiamo parlare di una digitalizzazione aziendale innovativa, che ottimizza i tempi e le procedure per potenziarsi di conseguenza.

Step per integrare efficacemente la digitalizzazione in azienda

Quando si parla di digital trasformation in azienda bisogna rivedere tutta la strategia aziendale e i vari processi produttivi. Come primo passo per la digitalizzazione delle aziende è importante effettuare una riorganizzazione interna con l’introduzione di professionisti in campo digitale. Il tutto gestito da una figura competente che gestisca l’intero processo.

Come secondo step per facilitare la digitalizzazione del lavoro troviamo l’introduzione di tecnologie che rendono tutti i processi più fluidi, efficienti e veloci. Ad esempio, la PEC (posta elettronica certificata).

Vantaggi della digitalizzazione delle aziende

Per quanto riguarda i vantaggi della digitalizzazione troviamo:

  • Risparmio di spazio, tempo e risorse: tutto questo eseguito tramite il cloud, riducendo l’utilizzo della carta che si traduce in un risparmio economico, riduzione di spazio e riduzione dell’inquinamento ambientale.
  • Sicurezza: la digital trasformation permette l’introduzione di nuove tecnologie per l’archiviazione dei dati in sicurezza grazie al backup in cloud.
  • Comunicazione più efficace: la digitalizzazione aziendale semplifica i passaggi di informazioni tra i membri del team, comunicando i valori aziendali tramite i diversi mezzi con l’obiettivo di aumentare la visibilità dei prodotti e servizi offerti.

Il digitale ormai è una realtà, un elemento che ormai ogni azienda sfrutta a proprio vantaggio e ottiene risultati positivi nel mercato di riferimento e anche internamente.

Il team P&S People Solutions offre delle soluzioni anche in ambito digitale, soluzioni su misura per ogni esigenza, come la Business Intelligence o gli Applicativi Zucchetti. Non esitare a contattarci e riceverai tutte le informazioni di cui hai bisogno.

Categorie
Blog

Maternità e lavoro: il congedo di maternità e il congedo di paternità in breve

congedo parentale e maternità

Maternità e lavoro: il congedo di maternità e il congedo di paternità in breve

Maternità e lavoro sembrano due temi inconciliabili, ma proprio per questo la legge tutela i neogenitori con importanti normative che è bene tener presente quando si sta per avere un bambino.  Ma come si articolano il congedo di maternità e il congedo di paternità e le normative relative?

La prima direttiva da tenere presente è l’Art. 37 della Costituzione: “La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale e adeguata protezione”.

Altro testo importante che ha presentato modifiche per quanto riguarda il congedo parentale è il “Testo unico per la tutela e il sostegno della maternità e della paternità” emanato dal d.lgs. n.151/2001 e nel d.lgs. n.80/2015, in attuazione del Jobs Act.

Ma vediamo nel dettaglio in cosa consiste il congedo di maternità e il congedo di paternità.

Cosa s’intende per congedo di maternità e congedo di paternità?

Per conciliare maternità e lavoro è previsto un congedo di maternità obbligatorio che equivale a un periodo di astensione obbligatoria dal lavoro.

Ma quanto dura la maternità obbligatoria? Ha una durata totale di 5 mesi e può essere gestita in diverso modo, ad esempio 2 mesi prima del parto e 3 mesi dopo, oppure 1 mese prima del parto e 4 mesi dopo, oppure ancora 5 mesi successivi al parto.

Durante questo periodo la neomamma percepisce una sostituzione alla retribuzione, ossia un’indennità di maternità pari all’80%.

Per congedo di paternità, invece, s’intende quell’indennità che spetta al padre nel momento in cui alcune situazioni impediscono alla madre di beneficiare del congedo di maternità e il diritto di astensione dal lavoro e indennità spetta al padre.

Come funziona il congedo parentale?

Il congedo parentale sta a rappresentare, oltre al periodo di maternità obbligatoria, quel periodo in cui i genitori possono assentarsi dal luogo di lavoro, in modo facoltativo, per un ulteriore periodo retribuito parzialmente, periodo di massimo 10 mesi nei primi 12 mesi di vita del bambino/a. Questo periodo può essere anche fruibile a fasce orarie.

In alternativa, c’è anche la possibilità di rinunciare al congedo parentale trasformando il contratto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale. Ma tale diritto è fruibile solo una volta sempre che l’orario di lavoro non ecceda del 50 % rispetto all’orario a tempo pieno.

Come funziona la maternità per il datore di lavoro?

Il datore di lavoro, quando si parla di maternità, ha l’obbligo di rispettare tutti i diritti per la neomamma e neogenitori, previsti dalla normativa dedicata a maternità e lavoro, e inoltre, deve rispettare tutti quei divieti che vengono imposti alle madri lavoratrici nell’orario di lavoro per poter proteggere la loroicurezza, la loro salute e quella del bambino. Se il datore di lavoro non rispettasse queste direttive potrebbe essere punito con l’arresto fino a 6 mesi.

Inoltre, deve garantire dei permessi di riposo, previsti per le mamma in fase di allattamento e in caso di handicap gravi del proprio figlio.

Durante il periodo di maternità, ogni neomamma ha diritto all’80% dello stipendio completo che arriva sottoforma di assegno di maternità, il quale si richiede tramite il sito dell’INPS o rivolgendosi anche al CAF. Ma entro quando va presentata la domanda di maternità? Entro il settimo mese di gravidanza.

Dopo la maternità obbligatoria: maternità facoltativa o rientro al lavoro

Successivamente al periodo di maternità obbligatoria, la mamma può scegliere di procedere con la maternità facoltativa al 30%, oppure può scegliere di rientrare a lavoro e per i contratti full-time ha diritto a due ore di allattamento al giorno fino al compimento dell’anno del bambino. Al contrario, i contratti part-time avranno a disposizione solo un’ora al giorno.

Per sapere nel dettaglio tutti i particolari potete consultare la circolare redatta dai nostri consulenti del lavoro per quanto riguarda il congedo parentale.

Categorie
Blog

“Lo stress da lavoro correlato”: come ridurlo

Lo stress da lavoro correlato è una realtà che si sviluppa molto frequentemente nelle aziende, non solo per i dipendenti ma anche per i manager, causando malcontento generale. In alcuni casi, anche delle situazioni in cui i dipendenti hanno lasciato il posto di lavoro proprio per il troppo stress accumulato.

Ma come fare per combattere lo stress? Come afferma Dorothea Herm (Director of People & Organization di Babbel), se all’interno dell’azienda non si creeranno dei giusti processi che sono in grado di fornire una solida base per conversazioni e confronti, è molto facile perdere la concentrazione, la direzione e perdere di vista gli obiettivi: proprio per questo bisogna creare un ambiente di lavoro che sia in grado di ridurre lo stress.

Per combattere lo stress si deve cercare sempre di costruire un luogo di lavoro equo e libero dai pregiudizi, un posto in cui le persone si sentano a proprio agio ed essere sé stesse. Questo può essere rafforzato da una comunicazione trasparente, consentendo la flessibilità degli orari di lavoro, oppure ancora con la possibilità di lavorare a distanza con modalità ibride.

Sintomi da stress: la sindrome.

Nell’accordo europeo dell’8/10/2004 viene indicato lo stress da lavoro correlato come un problema che ha dei sintomi e può colpire qualsiasi azienda e qualsiasi lavoratore. Prendere in considerazione questo problema permette già di avere una maggiore efficienza e un netto miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza sul lavoro, e di conseguenza porta a benefici economici e sociali per le aziende, lavoratori e società.

L’obiettivo dell’accordo è quello di migliorare la consapevolezza e la comprensione dei sintomi dello stress da parte dei datori di lavoro, lavoratori e rappresentanti, focalizzandosi soprattutto sulle cause che hanno portato a situazioni di ansia e non colpevolizzare nessuno, poiché è una situazione che può essere causata da diversi fattori.

L’accordo continua dicendo che lo stress da lavoro eccessivo può trasformarsi in una vera e propria sindrome, chiamata “Burnout”, indicando una condizione di esaurimento emotivo derivante dall’eccesso di ansia causata dalle varie condizioni di lavoro e altri fattori della sfera personale. In questi casi, lo stress da lavoro correlato si trasforma in un sistema di difesa rispondendo alla tensione distaccandosi emozionalmente con conseguenti difficoltà di adattarsi ai cambiamenti.

Come combattere lo stress da lavoro?

Per sapere come diminuire lo stress da lavoro correlato bisogna essere a conoscenza di alcune strategie che possono essere prese in considerazione. Tra queste possiamo citare l’informarsi sugli obiettivi e le aspettative da perseguire, poiché potrebbero risultare poco chiari. Ad esempio, si può optare di fissare degli obiettivi insieme al manager e dialogare per trovare la strategia migliore e la tempistica più adatta.

Un altro punto debole che può generare lo stress da lavoro correlato può essere l’incapacità di gestire le critiche, considerando tutto come un affronto, un attacco, ottenendo delle situazioni di malcontento e di stress. La cosa importante sta nel non prendere mai nulla sul personale, di considerare che tutti possono sbagliare e bisogna anche evitare di mettersi sulla difensiva, ma anzi proporre sempre nuove azioni. È importante dare sempre le giuste priorità fissando delle scadenze realistiche.

Sapersi disconnettere a fine giornata lavorativa è un punto da tenere sempre in considerazione per ridurre lo stress, questo permetterà di concentrarsi maggiormente sulla propria vita privata. Bisogna sempre cercare di congratularsi con sé stessi, essere fieri e porsi sempre degli obiettivi da raggiungere.

Gli obiettivi principali di ogni azienda

L’obiettivo dell’azienda è quello di tutelare la sicurezza e la salute dei lavoratori. Per farlo basta ricorrere a varie misure collettive e individuali, trovando dei rimedi contro lo stress. Una volta definite, le misure antistress devono essere riesaminate valutandone l’efficacia e stabilendo se vengono utilizzate delle risorse disponibili, appropriate e necessarie. Tra queste misure troviamo:

  • Le misure di gestione e di comunicazione, le quali permettono di chiarire gli obiettivi aziendali e il ruolo di ciascun lavoratore, di assicurare un sostegno adeguato dall’organizzazione e del team di lavoro. Ci deve essere coerenza di responsabilità e controllo sul lavoro, migliorando i processi, condizione e ambiente di lavoro.
  • La formazione di dirigenti e lavoratori migliorando la consapevolezza e comprensione nei confronti dei sintomi da stress, possibili cause e il giusto modo di affrontarlo.
  • Informazione e consultazione dei lavoratori e dei loro rappresentati.

Cercare di realizzare un ambiente lavorativo che riduca al minimo lo stress da lavoro correlato è fondamentale anche per il successo dei vari obiettivi che l’azienda si pone.

Categorie
Blog

Welfare aziendale: come migliorare il clima aziendale

All’interno di un’azienda il vero capitale è dato proprio dai dipendenti, per questo il loro benessere è una necessità fondamentale a cui l’azienda deve rispondere, per favorire un clima e un’operatività positiva. Per fare ciò, le aziende hanno come strumento il welfare aziendale.

Il welfare aziendale è un modo che permette di rendere più coinvolgente il luogo di lavoro, offrendo dei benefici e aumentando il benessere sia per i dipendenti che per i datori di lavoro.

Per welfare aziendale si intendono tutte quelle iniziative, beni e servizi che vengono messi a disposizione dall’impresa per sostenere il reddito, accrescendo il potere di spesa, la salute e il benessere dei dipendenti con contratto a tempo indeterminato.

Rappresenta un supporto ai dipendenti di vari settori lavorativi, regolati dai CCNL, Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro, che permette di aumentare il benessere sul lavoro e migliorare il clima aziendale.

All’interno del welfare aziendale rientrano molti benefits, da non confondere con gli aiuti economici o aumenti di stipendio. Anzi, sono dei modi per sostenere i dipendenti permettendo di risparmiare sulla spesa, attraverso l’utilizzo di voucher, ticket o rimborsi.

Quali sono i benefits che il welfare offre?

È proprio il dipendente stesso a scegliere di quali benefici usufruire, in base alle proprie necessità. Tra i benefici che il welfare offre, possiamo citare:

  • Ticket restaurant e buoni spesa: i quali possono essere utilizzati durante la sua pausa pranzo dove preferisce oppure per alleggerire la spesa settimanale;
  • Rimborsi spese mediche: rimborso sia delle spese mediche del dipendente sia delle spese dei suoi familiari: coniuge, figli, genitori, fratelli/sorelle;
  • Auto aziendale: per esigenze di lavoro;
  • Telefono aziendale: per esigenze di lavoro così da non utilizzare il proprio cellulare durante le ore lavorative;
  • Servizi di supporto medico ai dipendenti: assistenza medica;
  • Fornitura di strumenti tecnologici;
  • Sconti in negozi affiliati;
  • Tasse scolastiche per i figli: i dipendenti hanno la possibilità di ottenere un rimborso per le tasse scolastiche;
  • Sostengo all’istruzione: i dipendenti hanno delle agevolazioni sui libri di testo e su asili nido;
  • Attività culturali e ricreative; sconti per quanto riguarda i viaggi ricreativi e tutte le attività ricreative e culturali;
  • Baby-sitting e cura degli anziani: buoni per i servizi di baby-sitter e per la cura degli anziani.

La presenza di questo programma di welfare aziendale migliora molto l’immagine dell’azienda e anche il rapporto con i dipendenti, che si sentiranno maggiormente integrati e considerati, aumentando la loro fiducia nell’organizzazione. Questo supporto può essere vissuto come un premio per il proprio impegno e la propria produttività.

I dipendenti sono il vero capitale di un’azienda, quindi utilizzando bene questo servizio si fidelizza molto il dipendente e si potrebbe, inoltre, ridurre il turnover. Un altro vantaggio importante è quello di natura fiscale che dà la possibilità di dedurre i costi delle prestazioni di welfare, ai fini Ires ed Irap.

Una delle piattaforme utilizzate da P&S per usufruire di questo servizio è ZWelfare, la piattaforma Zucchetti per le aziende che permette di attivare tutti i servizi di welfare e offrire vantaggi anche ai dipendenti.

Se sei interessato a implementare un servizio welfare all’interno della tua azienda possiamo fare molto per te: contattaci e saremo felici di mostrarti le potenzialità di questo servizio.

Categorie
Blog

Time management: i segreti per gestire al meglio le attività aziendali.

I software che agevolano l’organizzazione interna.

Essere in grado di organizzare e scadenzare le attività lavorative permette di avere un triplice vantaggio in termini di produttività, efficacia ed efficienza. La produttività aziendale deriva infatti dalla pianificazione efficace del lavoro e dalla corretta organizzazione della tempistica delle attività da svolgere. Sicuramente essere in grado di riconoscere le priorità e di definire scadenze concrete è una delle migliori strategie per ottimizzare il tempo.

Ma cosa si intende per ottimizzare?

Il time management è una tecnica che permette di ripianificare il tempo di lavoro sotto diversi punti di vista. La buona notizia è che ci sono tecnologie che possono venirci in aiuto qualora decidessimo di migliorare le nostre attività produttive, dalla pianificazione all’esecuzione. Attenzione però a non cadere nella trappola del minor tempo: diminuire i tempi va bene affinché vi sia un ritorno a livello di benessere e di conseguenza anche a livello di produttività, cosa forse scontata ma che non sempre va di pari passo, come suggerisce il famoso detto “la fretta è una cattiva consigliera”.

Per questo motivo, per pensare di rimodulare e rivedere le fasi dei processi lavorativi è necessario investire tempo ed energie per capire come farlo e a chi affidarsi. Ci vuole sicuramente un investimento di tempo e risorse iniziale per ripensare e ridisegnare le dinamiche interne ma se ben strutturato questo delicato passaggio permetterà di raggiungere risultati concreti e ambiziosi.
Spesso le aziende vivono la gestione del personale e di tutto ciò che è ad esso connesso come un enorme sforzo di tempo e risorse e per questo P&S People Solutions da oltre 25 anni accompagna e sostiene i Clienti desiderosi di trovare e affidarsi a tecnologie valide, come i software Zucchetti. Da sempre forniamo strumenti specifici di sostegno e introducendo nuove figure professionali all’interno del Team abbiamo ampliato l’offerta e la resa dei nostri servizi.

Il cuore pulsante di P&S People Solutions è senz’altro il servizio di outsourcing del payroll ma grazie alla visione futuristica dei due Soci fondatori è stato possibile captare e anticipare tutte le esigenze connesse alla gestione del personale. Questa visione ha permesso di ampliare i servizi offerti implementando la struttura ed introducendo uffici di Tecnici applicativi, di Consulenti del Lavoro e di Tecnici Informatici in grado di dare assistenza in modo mirato e repentino, proprio in un’ottica di risparmio di tempo ed energie oltre che, di conseguenza, di risorse economiche e capitale umano. Avere un partner che alleggerisca il lavoro e fornisca un metodo di lavoro integrato e in sintonia con le proprie esigenze permette infatti di impiegare il tempo risparmiato per investire su altri fronti.

Questo articolo è il frutto di un confronto con Jobtech, la prima agenzia per il lavoro 100% digitale in Italia. Se l’argomento è la gestione del tempo all’interno delle aziende in ottica di ottimizzazione dei processi, Jobtech è il partner ideale con cui discuterne: grazie alla tecnologia – sviluppata internamente – di cui si sono dotati, agevolano ogni segmento delle attività HR: dalla ricerca e selezione, alla somministrazione di lavoro, allo staff leasing.

P&S People Solutions e Jobtech credono fortemente nell’integrazione sinergica tra tecnologia e componente umana: in ottica di innovazione, progresso e snellimento di tutte quelle pratiche che non rappresentano un valore aggiunto dal punto di vista umano.

Se sei interessato/a ad approfondire tutti questi aspetti non esitare a contattarci: saremo felici di supportarti verso il cambiamento.

Categorie
Blog Smart working

Nearworking: la “variante” dello smart working

Lavorare vicino casa: ridisegnare spazi, tempi e modelli di lavoro per guardare al futuro.

Da settembre sarà forse possibile vivere e lavorare in una “città a 15 minuti”, nuova espressione per definire una città a misura di lavoratore. Sembrerebbe infatti intravedersi un nuovo modo di concepire il lavoro a distanza e lo smart working: e se il luogo di lavoro si avvicinasse a casa? Con la pandemia già sperimentato queste metodologia che adesso è stato superato da un nuovo concetto, ancora più evocativo di vicinanza e comodità: ossia il nearworking. La parola che riassume bene questo concetto è proprio “prossimità”.

Il Comune di Milano ha promosso questa nuova modalità lavorativa all’insegna di una tutela ambientale: riducendo gli spostamenti, si risparmia tempo e diminuisce notevolmente il tasso di inquinamento.

Questo rivisitazione professionale introdotta dal Piano organizzativo del Lavoro (POLA), permetterebbe di dire stop ai cosiddetti “quartieri dormitorio” per dare vita a distretti commerciali che rilancino l’economia di prossimità.

L’intento delle istituzioni è quello di creare spazi che permettano ai lavoratori di usufruire di una connessione senza fili e di postazioni per installare i computer, un coworking ubicato nelle vicinanze del proprio domicilio.
Se davvero il lavoro fosse raggiungibile in soli 15 minuti dalla propria abitazione oltre che a conciliare vita privata e lavorativa andremmo incontro a molteplici vantaggi.

Incoraggianti le parole di Cristina Tajani, Assessora alle Politiche del Lavoro del Comune di Milano: “Dobbiamo […] limitare gli effetti negativi del lavoro agile, come il confinamento domestico, ed enfatizzarne quelli positivi, come […] la migliore conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro”. La Giunta comunale meneghina intravede in questa innovazione la possibilità di decongestionare il traffico cittadino partendo proprio dai dipendenti pubblici fino ad estendere questa opportunità ai settori privati.

Tra le altre migliorie ritroviamo la rinnovata flessibilità oraria che va di pari passo con un investimento sostanziale nella digitalizzazione dei processi: dotazione tecnologica e formazione digitale per il personale dipendente. Questo perché il desiderio è quello di approdare verso un’amministrazione più efficiente e attenta alle mutazioni dei tempi della città e del lavoro.

Fondamentale è la collaborazione con il settore privato, che metterà a disposizione alcune sedi per i lavoratori del Comune, otterrà impatti positivi su sostenibilità ambientale nonché un radicale miglioramento della qualità della vita e della conciliazione vita-lavoro dei lavoratori. 

Occorre ripensare gli spazi, non più fissi ma dinamici grazie a un’offerta articolata di sedi sul territorio cittadino che il lavoratore può prenotare. Tra gli aspetti più importanti l’adozione di un piano di cyber-security che garantisca un’adeguata protezione dei dati; i computer fissi resteranno un lontano ricordo: lasceranno il posto a postazioni fatte da laptop e smartphone.

Tra le nuove sfide l’adozione di programmi per un lavoro condiviso che avverrà da remoto tramite l’ausilio di sistemi di videoconferenze, di archiviazione “cloud” e messaggistica condivisa. 

Insomma sembra proprio che la parola working venga accompagnata sempre più da nuovi aggettivi: da smart, passando per agile e adesso anche vicino.

Categorie
Blog Famiglia News e normative Normativa Smart working

Il futuro dello smart working: vantaggi concreti e tangibili per lavoratori ed imprese.

il futuro dello smart working

Il futuro dello smart working: vantaggi concreti e tangibili per lavoratori ed imprese.

I vantaggi dello smart working per lavoratori ed imprese come strumento di Welfare aziendale

Il lavoro agile, altresì chiamato smart working, nasce come prerogativa di libertà data al dipendente per lavorare in modo più produttivo gestendo al meglio impegni privati o familiari. Chi non desidera riuscire a conciliare vita privata e lavorativa?
Evitare il traffico per raggiungere il luogo di lavoro, avere più tempo a disposizione per se stessi e ritagliarsi dei momenti di relax è un po’ il sogno di tutti.

Nato come strumento di welfare aziendale, acquisisce il valore di lavoro flessibile e dinamico che prevede una riorganizzazione del tempo, delle attività, degli spazi ma anche degli strumenti necessari a svolgere le mansioni assegnate non più negli spazi d’ufficio. 

In questa condizione di libertà e fiducia risulta essere un mezzo efficace per raggiungere il famoso equilibrio tra sfera privata e lavorativa

Ma come viene normato? La legge cardine è la numero 81 del 2017.

Nella Gazzetta Ufficiale viene definito come “una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti […] con forme di organizzazione per obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro”. 
Si comprende facilmente come questa nuova modalità lavorativa sia incentrata sul benessere del dipendente che, se stimolato correttamente tramite obiettivi, in cambio di un po’ di libertà sarà pronto a dare il meglio di sé ed essere più produttivo. 
Ovviamente questo nuovo accordo si basa su una grande responsabilità: il lavoratore deve dimostrarsi all’altezza di organizzare e pianificare le attività lavorative e famigliari. 

Lavoro agile: uno spunto di riflessione per migliorare il benessere dei dipendenti

Quali migliorie ha apportato lo smart working? Finalmente abbiamo rimesso la persona al centro del processo.
Lo smart working permette di
lavorare per obiettivi riconoscendo il potenziale delle risorse senza più focalizzarci sul solo tempo lavorato. Le persone si sono sentite dare fiducia e hanno investito al meglio nel loro nuovo modo di lavorare. 
La pandemia ha sicuramente accelerato e contribuito a far conoscere questa nuova realtà imponendoci un cambiamento repentino: a livello lavorativo si prefigura una nuova frontiera. 

I tre vantaggi e le prospettive intraviste

  1. Lo smart working ha incrementato il benessere dei dipendenti, la produttività e il buon umore delle persone.
  2. Imprese e lavoratori hanno risparmiato sia in termini di tempo che di denaro.
  3. Ci ha permesso di dedicarsi ad attività piacevoli: tanti hanno riscoperto il piacere dell’attività sportiva e altri hanno coltivato vecchie passioni.

Che dire: questa strategia si è rivelata win-win!

Categorie
Blog Smart working

Lavoro agile: le criticità inerenti la semplificazione della richiesta dello smart working.

Sfide del lavoro agile

Recentemente abbiamo potuto notare che lo scopo iniziale dello smart working, concepito come uno strumento per bilanciare impegni personali e professionali, sta subendo un cambiamento.

Proprio per questo i dipendenti si stanno ponendo molti interrogativi ma senza ricevere risposte.

Legge 81 del 2017: normativa che regola lo smart working

Tra le preoccupazioni sorte nei dipendenti troviamo un quesito molto importante e comune: “come gestire gli infortuni e definire gli orari di lavoro coerenti?”. È in quest’occasione che interviene l’articolo 81 del 2017 che regolamenta lo smart working. Questa normativa richiedeva accordi individuali depositati sul portale Cliclavoro, includenti dettagli contrattuali.

Tuttavia, l’introduzione di una procedura semplificata, consentendo alle aziende di comunicare solo i nomi dei dipendenti, ha comportato dei problemi. Queste aziende, ignorando la necessità di sottoscrivere tali accordi, hanno perso alcuni dei lori diritti. Quindi, senza una regolamentazione contrattuale, le aziende faticano ad applicare misure disciplinari.

Ad esempio, i dipendenti potrebbero obiettare che le otto ore lavorative tradizionali non si applicano quando si lavora da casa, considerando le diverse circostanze come le lezioni online per i figli o la connessione internet instabile. Senza un accordo, i datori di lavoro trovano difficile far rispettare le regole aziendali.

La semplificazione della procedura di richiesta dello smart working: vantaggi o svantaggi?

La semplificazione del processo di richiesta, tramite un portale online, ha accelerato le procedure. Tuttavia, l’uso improprio dello smart working durante l’emergenza epidemiologica ha creato problemi. Gli esperti legali del lavoro notano una mancanza di regolamentazione non normativa, nonostante la legge 81/2017.

Tra i punti critici emersi c’è l’interpretazione errata della semplificazione ha permesso alle aziende di adottare il lavoro agile senza depositare accordi individuali. Tuttavia, ciò non esclude la necessità di stipulare questi accordi con i dipendenti.

Nonostante queste sfide, il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri invita le aziende a implementare il lavoro agile per attività che lo consentono. Questo ha portato a una proroga semplificata dello smart working fino a dicembre 2021, come previsto dal Decreto Riaperture.

Vista l’incomprensione di queste linee guida create per tamponare la situazione e gestire questa nuova modalità lavorativa, tanto amata dalla maggior parte di dipendenti e imprese, siamo consapevoli che adesso la situazione stia dilagando. Per questo consigliamo sempre di rivolgersi ad esperti del settore come i nostri Consulenti del Lavoro che hanno assistito tante aziende consigliando loro di dare voce tramite la sottoscrizione di un accordo a questa nuova forma mentis che potrebbe diventare una pratica comune in un futuro non così poi tanto lontano.

Categorie
Blog Espatrio

Trasferimento dei dipendenti: come trasferire il lavoratore presso un’altra unità operativa.

Il datore di lavoro può decidere di cambiare il luogo di lavoro del dipendente?

Cerchiamo di fare chiarezza partendo dalla definizione; Il diritto del lavoro italiano definisce il trasferimento del lavoratore come la modifica del luogo in cui il dipendente lavora normalmente. Questo solitamente avviene quando un’azienda dispone di due o più sedi: può essere una richiesta del dipendente ma anche un’esigenza del datore di lavoro.

Il trasferimento comporta l’assegnazione definitiva del lavoratore presso un’unità operativa diversa rispetto a quella originaria.

Noi ci focalizzeremo sul trasferimento individuale, che può essere disposto su iniziativa del datore di lavoro o su proposta del dipendente. Nel caso in cui sia il datore di lavoro a farne richiesta, la comunicazione di questa trasformazione del rapporto di lavoro deve essere comunicata al dipendente con un congruo preavviso e trasferita telematicamente al Servizio per l’Impiego territoriale competente nei cinque giorni successivi al suo trasferimento. Affinché questa richiesta di trasferimento venga accettata, devono sussistere esigenze comprovate e oggettive da parte dell’azienda o del dipendente.

Le ragioni del trasferimento devono essere di natura tecnica, organizzativa o produttiva e vi deve essere un rapporto di causalità volto al miglioramento delle condizioni lavorative. Si consiglia sempre di redarre un documento scritto che testimoni la comunicazione e l’esplicitazione delle motivazioni del trasferimento al dipendente, che potrebbe contestare questa scelta.

Il rifiuto di trasferimento da parte del dipendente

Partendo dal presupposto che il lavorante non può rifiutare un trasferimento legittimo, pena il licenziamento, vi sono altri criteri ai quali può appellarsi; il dipendente può di fatto impugnare tale lettera di trasferimento qualora questo determini un suo  demansionamento. Se invece la contestazione è valida, il datore di lavoro deve darne giustificazioni e modificare quanto riportato per iscritto.  Si badi bene che l’impugnazione da parte del dipendente deve verificarsi entro un mese dalla ricezione di tale avvertimento. In caso di trasferimento contestabile il lavoratore può richiedere un risarcimento del danno arrecatogli e il reinserimento lavorativo nella sede originaria.

Abbiamo cercato di trattare e semplificare questa procedura ma se vuoi ricevere la consulenza dei nostri professionisti, loro sono sempre a tua disposizione per chiarire ogni eventuale dubbio.

Ti consigliamo di rivolgerti a loro: https://www.payroll.it/ps-stp/pratiche-amministrative/

Categorie
Blog

Bagni Gender Free

Bagni aziendali in condivisione: come comportarsi se si ha un dipendente transgender o transessuale?

Per contrastare la discriminazione di genere sono stati introdotti anche in Italia i bagni gender free dedicati al terzo sesso. L’identità di genere è una tematica molto delicata che purtroppo divide ancora politicamente e socialmente. Nonostante un graduale riconoscimento e accettazione del transgenderismo e dell’omosessualità, concetti diversi ma spesso criticati, si sta lavorando ancora affinché vi sia una normativa che disciplini una tantum l’utilizzo dei bagni e degli spogliatoi pubblici.

Una precisazione è doverosa: le persone omosessuali sono attratte da persone del loro stesso genere, senza però rinnegare il loro sesso biologico; diversamente le persone transessuali si sentono appartenere al sesso opposto rispetto a quello con il quale sono nate. Da questa chiarificazione emerge il disagio o la difficoltà per una persona transgender qualora debba decidere in quale bagno entrare. La questione dei bagni pubblici è nuovamente argomento di interesse dopo il passo in avanti segnato dal Decreto Cirinnà sulle unioni civili del 2016 e ancora oggi se ne discute con l’agognato Disegno di legge Zan. 

Un nuovo interrogativo: quale bagno scegliere?

Ad oggi, in Italia, non esiste ancora una legge che obblighi ad usare la toilette a seconda del genere biologico di appartenenza. Il Decreto legislativo numero 81 del 2008 prevede che vi siano servizi igienici e spogliatoi separati per uomini e donne, anche se fino ad ora nessuno è stato multato per aver usufruito del bagno sbagliato. La legge sulla Rettificazione di attribuzione del sesso (164/1982) non prevede la modifica dei documenti della persona trans che decide di intraprendere il processo di transizione, se non una volta terminato. Anche la Corte Costituzionale si era pronunciata (sentenza n. 221/2015) sottolineando che l’intervento chirurgico non costituiva un prerequisito per accedere al procedimento di rettificazione.

Per una persona transessuale che non ha ancora portato a termine il processo di transizione tramite intervento chirurgico o per una persona transgender, la scelta dell’utilizzo dei bagni e degli spogliatoi nei luoghi di lavoro è spesso fonte di discriminazione e umiliazione. Anche le aziende si trovano in difficoltà, perciò, se non dispongono di servizi igienici unisex per i propri dipendenti, la scelta ottimale per rispettare la dignità della persona transessuale o transgender, sarebbe quella di consentire l’utilizzo libero di bagni e spogliatoi (come viene suggerito dalla guida “Transessualismo e lavoro” a cura di A.L.A Milano Onlus, CGIL Politiche Sociali Camera del Lavoro di Milano, O.N.I.G. Osservatorio Nazionale sull’Identità di Genere e dello Studio Legale Rosiello di Milano).

Modello anti discriminazione: uno spiraglio di speranza a Reggio Emilia. 

A titolo di esempio, un primo passo in avanti è stato fatto il 22 febbraio 2017 grazie all’introduzione nel Contratto Collettivo del settore delle Assicurazioni dell’articolo 25, il quale prevede la tutela per la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori sottolineando che “[…] devono essere evitati comportamenti a connotazione sessuale offensivi della dignità i quali determinano una situazione di disagio […] nonché ogni discriminazione in relazione ad orientamenti che rientrano nella sfera personale”.

In seguito, nell’aprile 2019, Reggio Emilia diventa la città simbolo di anti discriminazione sessuale e si attiva per avviare un protocollo per aprire dei bagni neutrali dedicati alle persone transgender. Finalmente l’approvazione di un’identità liquida: il Presidente di Arcigay, Alberto Nicolini, è grato a tutte le Istituzioni (Comune, Asl, Provincia, Istituiti penali, Tribunale, Università, Fondazione per lo sport e tanti altri) che hanno aderito attivamente per siglare un accordo che testimonia l’impegno di inclusione che diventa portatore di un messaggio incoraggiante e positivo per le comunità LGBT+.

Questa iniziativa è stata portata avanti anche dalle parti sociali del settore del Commercio: infatti anche l’articolo 38 del CCNL di tale settore disciplina la condotta sui luoghi di lavoro suggerendo provvedimenti da adottare in caso di molestie sessuali (ossia comportamenti con connotazione sessuale) e garantendo un ricorso immediato poiché, in ottica di tutelare la dignità della persona, occorre “favorire un clima di lavoro improntato al rispetto e alla reciproca correttezza” oltre che una tutela della propria libertà personale.

Come creare un ambiente di lavoro inclusivo? Scopri il software HCM Risorse Umane

L’inclusione e la valorizzazione di ogni risorsa sono fondamentali per creare un ambiente aziendale sereno.

Tradurre questi aspetti in operatività può sembrare complicato, ma così non è grazie all’aiuto del giusto applicativo. Stiamo parlando dell’applicativo Zucchetti HCM Risorse Umane, un software che consente di valorizzare e coinvolgere al meglio tutte le risorse a partire dalla selezione e, inoltre, è personalizzabile così da realizzarlo ad hoc in base alle tue esigenze. 

Grazie a questo applicativo, oltre alle molteplici funzionalità, si potrà analizzare attentamente il clima aziendale, comprendendo i livelli di stress, misurare il coinvolgimento e la soddisfazione del personale. In questo modo, si avrà modo di prevedere le aree più predisposte al turnover indesiderato e prevenire con anticipo. 

Vuoi scoprire le altre funzionalità che questo applicativo può offrirti quando si tratta di inclusione?

Contattaci e iscriviti subito alla nostra newsletter per rimanere sempre aggiornato!

Iscriviti alla newsletter

Lascia i tuoi contatti

Ricevi regolarmente le newsletter sulle novità normative in materia di disciplina il lavoro dei diversi contratti nazionali.

       Acconsento al trattamento dei dati come da informativa sulla privacy.